Mense scolastiche, dieci menù speciali: 400 alunni non mangiano carne

In tavola Ogni giorno circa 4.200 pasti serviti nelle scuole con ristorazione gestita dal Comune. Dai pranzi vegetariani a quelli senza legumi. Sono 424 le famiglie che scelgono uova e formaggi

Un bimbo su dieci a scuola non vuole la carne, aumentano menù e richieste speciali, tanto che il Comune ha pubblicato le ricette dei singoli piatti messi in tavola.

Il servizio di ristorazione scolastica comunale sul sito del Comune ha pubblicato per i menù della stagione primaverile addirittura il ricettario dei piatti preparati ogni giorno per le scuole dell’obbligo. Sono 4mila pasti, soprattutto alle elementari, che diventano circa 4.200 contando anche insegnanti e collaboratori.

Le famiglie possono leggere quanti grammi di olio e latte vengono messi nella pasta allo zafferano, di recente proposta con successo insieme ai piselli e ai pomodori. Il gradimento è buono anche per le polpette fatte con patate, uova e fagioli, meno per quelle al pesce. È andato bene un primo tentativo con la polenta e un cucchiaio di ragù, carote e finocchi alla julienne sono accompagnati con pane a basso contenuto di sodio.

Tante possibilità

Quel che più colpisce è che i possibili diversi menù, in totale, sono ben 11. Senza carne, senza frutta con guscio, senza glutine, latte e derivati, oppure niente uovo, pesce, manzo e maiale, oltre al menù più tipicamente vegetariano c’è anche quello senza legumi oppure senza pomodoro. Il Comune come noto non fa di testa sua, ma risponde alle linee guida dettate dall’Ats.

In totale sono 424 le famiglie che chiedono un menù senza carne, è poco più del 10% dell’utenza totale, di queste 159 senza maiale. È sbagliato pensare che i motivi della scelta siano soltanto religiosi. Fino al 2010 i menù senza carne si fermavano al 5%. Certo c’è stato un incremento delle richieste da parte delle famiglie di religione islamica, ma di recente sono sempre di più i comaschi che chiedono di essere molto attenti con bistecche e salsicce. Tante mamme insistono, alle carni rosse preferiscono progressive sostituzioni con legumi, formaggi e uova. Succede sempre più di frequente in plessi come la Raschi, oppure la Sinigaglia.

L’altro capitolo sono le allergie e le intolleranze, per esempio al glutine (30 bambini), oppure ai latticini (25 bambini), sommando le diete senza uovo o senza frutta per simili ragioni si arriva attorno al 5% dell’utenza complessiva. Poi ci sono i disturbi metabolici, quasi tutti per celiachia, circa l’1%.

Documenti e richieste

Se la richiesta delle famiglie è etico religiosa, occorre presentare un modulo, se invece la domanda ha una motivazione legata alla salute serve una certificazione medica. Ci sono anche una decina di bambini che mangiano a scuola un menù personalizzato in ragione delle loro fragilità.

Infine, capitolo spinoso, i “disgusti”. Durante la pandemia le famiglie hanno scoperto che l’Ats dava loro modo di depennare con una autocertificazione un ingrediente capace di provocare il disgusto fisico dei loro figli. Dunque le mamme hanno sommerso gli uffici di Palazzo Cernezzi con circa 300 richieste diverse. Lunghi elenchi di cibi poco graditi. Ora, dopo un lungo confronto, sono in totale 35 i bambini che hanno chiesto di non mangiare un singolo ingrediente molto sgradito, fatte le dovute prove.

© RIPRODUZIONE RISERVATA