Oltre 50 clochard dormono per strada

La situazione La tragedia di piazza Duomo riapre le polemiche sull’assenza di dormitori per i senzatetto. Dalla zona del Monumentale al Crocifisso passando da San Giovanni, la mappa dei luoghi scelti come rifugio

La solitudine in città si annida perfino nel salotto buono della città. Il clochard di 78 anni morto nel rogo di martedì mattina aveva trovato riparo in un palazzo dietro il Duomo, la Cattedrale di Como, ma sono diversi i rifugi più o meno nascosti dove i senzatetto dormono.

La mappa

Attualmente uno dei centri più frequentati dai senza fissa dimora si trova non lontano dal cimitero monumentale, in via Regina Teodolinda. I materassi sistemati dietro al supermercato discount fallito mesi fa, quest’estate erano solo due o tre, adesso sono molte le persone che passano lì la notte. Sono quasi tutti somali, settimane fa sono stati mandati via da una abitazione occupata nella zona della Napoleona che nel quartiere è stata ribattezzata dai residenti, non a caso, “casa Somalia”. Perso questo nascondiglio giorno dopo giorno si sono spostati nel vecchio supermercato. Al mattino una dozzina di persone si vede fare la spola verso la parrocchia di San Rocco dove vengono offerte le colazioni.

Il passaggio durante il giorno è più sostenuto al giovedì, giorno in cui purtroppo resta chiuso il centro diurno di via Giovio. I volontari non riescono a organizzare i turni tutta la settimana. Eppure negli ultimi mesi questo servizio offerto da Caritas e dai sostenitori della rete “vicini di strada” ha notato un netto incremento degli accessi, anche continuativi, pari a circa il 20% in più rispetto all’anno precedente. Anche al Crocifisso si notano sotto al colonnato dei materassi, la parrocchia però pulisce sempre all’alba perciò nelle ore lavorative non restano tracce. I senzatetto negli ultimi mesi sono comparsi anche nel parco sotto alla stazione San Giovanni, seppur in maniera non troppo numerosa e appariscente.

La situazione oggi in centro non sembra peggiore del solito. Certo i luoghi dove nascondersi non sono molti e trovare un tetto è un problema soprattutto per chi non ha le carte in regola per accedere ai dormitori. Guardando i cartoni lasciati a terra per stendersi la notte vengono in mente le parole del vescovo Oscar Cantoni, quando per Sant’Abbondio ha fatto appello alla città «affinché la solitudine e l’indifferenza non si diffondano».

«In totale i senza fissa dimora sono circa 200, 250 - spiega Paola Della Casa, una delle coordinatrici della rete contro la marginalità – manca però un censimento puntuale. Una parte di queste persone si trova nei luoghi d’accoglienza, nel dormitorio di via Napoleona, alla casa Ozanam, nella parrocchia di Rebbio e dai Comboniani. Invece circa 50, 60 persone restano per strada».

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