Omissis e documenti online per pochi giorni. Atti del Comune, dov’è la trasparenza?

Palazzo Cernezzi Spesso mancano gli allegati. E le registrazioni del consiglio spariscono. Il sindaco: «Applichiamo le normative, anche se a volte fatico a comprenderne il senso»

Gli atti del Comune sono sempre meno trasparenti.

Negli ultimi mesi diverse pubblicazioni all’albo pretorio sono meno puntuali, omettono riferimenti precisi, nomi, oppure mancano gli allegati. Non bastasse, dopo due settimane gli atti spariscono, non è possibile consultare un archivio.

Il caso più recente riguarda la retribuzione assegnata ai dirigenti comunali sulla base dei risultati ottenuti durante l’ultimo: solitamente il documento dettagliava la cifra ottenuta da uno o dall’altro dirigente, così da sapere chi ha lavorato bene e chi ha lavorato, secondo l’amministrazione, meno bene. La determina pubblicata all’albo pretorio in queste ore, invece, riporta solo la cifra complessiva.

La difesa

«Non ho nessun problema a pubblicare le cifre dei premi ai dirigenti - risponde il sindaco Alessandro Rapinese - non appena gli uffici me ne daranno conto. Fatico anche io a comprendere la stretta sulla privacy chiesta agli enti sui documenti pubblici. Non comprendo la richiesta di dare in consultazione gli atti per soli quindici giorni. Noi vorremmo dare massima trasparenza. Le nuove direttive sulla riservatezza ci limitano». Un altro esempio: la delibera per il progetto di riqualificazione della piscina Sinigaglia comprende un elenco di allegati, allegati che però non è possibile leggere. È impossibile quindi consultare il cronoprogramma così da capire se la vasca verrà pronta per fine ottobre. E ancora, i video delle sedute del consiglio comunale sono disponibili online solo per quindici giorni, poi i filmati non si possono più vedere.

Quanto nomi e cognomi, sulle delibere molto spesso non compaiono e sono sostituiti dal «omissis».

Il dibattito

«C’è un problema di tutela della riservatezza – spiega Fulvio Anzaldo, presidente del consiglio comunale e avvocato – la pubblicazione per legge deve avere un termine, non è possibile lasciare gli atti alla libera consultazione per sempre. Non è una nostra scelta politica. Il vigilante per la tutela e la riservatezza, un tecnico esterno al Comune, ci ha richiamato. Potremmo esporre l’ente. I documenti, che pure sono pubblici, potrebbero contenere delle informazioni riferibili a qualcuno. Quanto agli allegati ogni settore, ogni assessorato, può decidere cosa pubblicare e cosa no». Negli anni scorsi informarsi su quando accade in Comune era più semplice, c’era un motore per la ricerca dei vecchi documenti. La lista Rapinese Sindaco in passato più volte dai banchi dell’opposizione ha chiesto e promesso più trasparenza. I cittadini adesso in teoria dovrebbero continuare a fare richiesta di accesso agli atti, una pratica non semplice. Peraltro anche i consiglieri comunali oggi sono sempre più spesso costretti a seguire la strada dell’accesso agli atti. «Questo è un fatto di mia diretta competenza e prometto impegno – dice Anzaldo – Ai consiglieri daremo presto modo di accedere con più semplicità ai documenti, anche datati. Detto che i consiglieri sono poi tenuti al riserbo».

«L’argomento della trasparenza dell’amministrazione è stato discusso anche in consiglio comunale – dice Vittorio Nessi, capogruppo di Svolta Civica – l’attuale maggioranza ha portato pareri di esperti terzi a sostegno delle sue scelte. Noi consiglieri non sempre riceviamo risposte per tempo, ma da regolamento abbiamo diritto di chiedere e ottenere informazioni e documenti. E così faccio».

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