Ordini dei medici contro la Regione
«Ritardi sui vaccini e caos tamponi»

«Basta dichiarazioni stampa irrealistiche: la situazione è drammatica ma a Milano non ci ascoltano»

I camici bianchi di nuovo contro la Regione. I maggiori problemi irrisolti riguardano la carenza di medici, il ritardo nella campagna vaccinale, la difficoltà di prenotare i follow up per i malati cronici e la mancanza di spazi per fare i test rapidi. La Federazione regionale degli ordini dei medici, con una lettera sottoscritta da tutti i presidenti provinciali, primo il comasco Gianluigi Spata, ha rivolto alla Regione l’ennesimo appello.

«Oltre alla carenza di professionisti – si legge nella lettera - aggravatasi ancora negli ultimi mesi a seguito dei pensionamenti, a causa della mancanza di medici formati e della difficoltà persino a reperire sostituti temporanei privi di formazione post laurea, la categoria sconta anche la carenza di personale amministrativo e infermieristico. Il tutto è frutto di anni di disinvestimento nella sanità. Questa drammatica situazione è stata rappresentata più volte alla Regione, ma sembra non trovare attenzione». I medici hanno chiesto un potenziamento della sanità territoriale, dei dipartimenti di igiene e prevenzione deputati al controllo della pandemia, un rafforzamento delle Rsa, ma poco o niente è stato fatto. Più volte gli Ordini della Lombardia hanno puntato il dito contro la Regione durante la pandemia la passata primavera.

I medici ora si dicono preoccupati in particolare per i pazienti cronici che non riescono più a programmare i follow up negli ospedali ormai sovraccarichi. Segnalano la confusione che regna sui test per il Covid, con l’attesa per gli appuntamenti e l’arrivo degli esiti dei tamponi, nella difficoltà di segnalare casi positivi e contatti stretti con il sistema informatico regionale.

«In questo momento il carico lavorativo ordinario e quello emergenziale sono aggravati dall’impegno della campagna vaccinale – scrivono i camici bianchi - la cui logistica e programmazione viene messa in crisi dagli intollerabili ritardi nelle forniture dei vaccini da parte della Regione». I medici di famiglia hanno dato la loro disponibilità a fare i tamponi rapidi per la ricerca dell’antigene, ma chiedono che il loro impegno non venga vanificato da «una gestione inefficiente». Gli studi e gli ambulatori sono stretti, servono luoghi adatti, distanze, protezioni, sanificazioni, personale di supporto e infermieri. I camici bianchi chiedono inoltre il coinvolgimento dei medici di continuità assistenziale e la tutela dei colleghi più fragili.

«Al di là delle dichiarazioni mediatiche ad effetto che rischiano di generare nei cittadini aspettative irrealistiche – si legge nella lettera – Regione Lombardia deve mettere in atto una reale governance della medicina territoriale in collaborazione con gli Ordini». n 

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