«Parcheggi occupati dai frontalieri? Dateci aree e aprite prima il Valmulini»

Il dibattito a Como Il problema delle auto lasciate tutto il giorno negli spazi di alcuni supermercati: «Non ci sono alternative». «L’autosilo utilizzabile solo dalle 6.30, per noi è troppo tardi»

Servono aree di sosta per le auto dei frontalieri. Chi fa la spola verso al Svizzera, come riportato ieri, occupa spesso i parcheggi dei supermercati nella zona di Camerlata e Rebbio.

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In città trovare uno stallo libero, magari gratis, è complicato per chi deve lasciare l’auto e dirigersi con altri colleghi o con il treno e il bus verso Chiasso. Attorno alle stazioni di Camerlata non c’è mai posto, a San Giovanni i prezzi del parcheggio sono aumentati come a breve accadrà in altre aree del centro. E così in via Cecilio come a Rebbio in tanti affollano i parcheggi dei supermercati, togliendo il posto a chi deve fare la spesa.

Situazione difficile

«Servirebbero parcheggi a Como e nei Comuni di frontiera – racconta un frontaliere, Andrea Sala - Per anni ho fatto con i colleghi “car pooling”, ma dovevamo lasciare la macchina molto lontano perché in città e vicino alla frontiera non ci sono aree per la sosta. Anni fa si parlava di progetti con navette di collegamento per fermare grande movimento di macchine, ma poi le cose non sono andate avanti. E va detto che per andare a Chiasso i mezzi pubblici dal Comasco, dall’erbese e dalla Brianza fanno pena. Non ci sono alternative all’auto». Non bastasse, i lavori alla galleria dell’A9 rendono l’andata e ritorno un inferno. «In Svizzera poche aziende offrono il parcheggio – dice ancora Sala – Molte lo fanno pagare caro».

Le richieste

«Una volta andavamo alla Motorizzazione – dice Umberto Fronterre, un altro frontaliere comasco – perché alla stazione unica di Camerlata è tutto pieno già alle sette. Per chi arriva da lontano la situazione è critica, alcuni per condividere la macchina e andare in Ticino si trovano all’Iper di Grandate».

«Posso immaginare il disagio di chi trova il parcheggio del supermercato occupato – dice un lavoratore comasco, Valerio Pasca – ma servirebbe più impegno per permettere a noi frontalieri di raggiungere le aziende oltre confine. Per esempio, un aiuto relativamente semplice. L’autosilo Val Mulini che come noto è da anni sotto utilizzato apre solo alle 6.30. Per noi impiegati in Svizzera è troppo tardi, non riusciamo a quell’ora a prendere in tempo le corse del treno». Servirebbe un’apertura anticipata e magari una tariffazione fatta su misura per chi lavora in Ticino abitando a Como.

I sindacati che rappresentano i frontalieri sui parcheggi puntano il dito contro il Comune. «Ha ragione chi fa la spesa, ma hanno ragione anche i frontalieri – dice per la Cgil di Como Matteo Mandressi – il car pooling e le aree di sosta sono un tema che deve essere condiviso con i Comuni ticinesi. Noi con Varese e Verbania abbiamo sottoscritto un accordo sindacale per gestire al meglio questi flussi. La stessa proposta di collaborazione avanzata al Comune di Como non ha ancora ricevuto una risposta».

«Questa giunta di Como pensa poco ai lavoratori – dice Daniele Magon, segretario generale della Cisl dei Laghi – La città ha deciso di aumentare le tariffe della sosta, ma non ha previsto al contempo aree di interscambio per i frontalieri e soluzioni economiche per i comaschi che vengono a lavorare nel capoluogo. Capisco i rincari per i turisti e per chi fa shopping, ma non si possono colpire dipendenti, impiegati, camerieri e professionisti».

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