Dormire nel bosco, scelta pericolosa? «Nessun azzardo. Io ci sono stato, è un posto sicuro»

Bruno Magatti L’ex assessore è da sempre uno scout e su Corteno Golgi assicura: «Nulla di improvvisatoI l vero tema è quello del rapporto tra uomo e natura»

«Conosco bene il punto dove è avvenuta questa tragedia. È usato dagli scout tutti gli anni e da molto tempo. È un posto sicuro, ben noto. Le condizioni meteo poi non erano nemmeno così precarie o indicative di problemi acuti altrimenti il gruppo di ragazzi sarebbe stato allertato dalle autorità del posto. È stata una tragedia, una drammatica fatalità».

Bruno Magatti è un volto noto della politica cittadina ma per anni ha fatto parte dell’Agesci e anche oggi è adulto scout del Masci, ovvero il Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani. Per questo l’abbiamo sentito, anche per cercare di capire il tema della sicurezza in un campo pieno di ragazzi anche giovanissimi.

Nessun azzardo

Prima di tutto, gli scout sono divisi in base alle fasce di età (dagli 8 ai 12 anni sono i famosi “lupetti”, poi si passa alla fascia 12/16 anni e infine a quella 16/20 anni) e al vertice di queste “unità” ci sono i “capi”, che insieme formano la “comunità dei capi” che comandano nel campo e decidono anche se un posto è sicuro o meno. Chiara era in una tenda con la sua “squadriglia”, ovvero nove ragazze di diversa età dalla prima media ai primi anni delle superiori. I più piccoli invece stavano in un’altra struttura, non all’aperto. Una vita certo non comoda, nemmeno paragonabile a quella di un campeggio, ma non per questo per forza di cose poco sicura seppur in mezzo alla natura e da lei dipendenti. Ed è questo il punto che Magatti sottolinea con forza, perché qui «non si erano avventurati nel bosco in qualche modo, in cerca di qualcosa di spericolato, e nemmeno stavano facendo qualcosa di proibito». Anche perché ogni gruppo di scout, e anche quello di Como 3 non faceva eccezione, non arriva in un posto scelto a caso, senza avvisare nessuno, ma della loro presenza erano state allertate e informate le autorità locali che in caso di problematiche sarebbero senza dubbio intervenute per informare la “comunità dei capi”.

La zona, tra l’altro, come detto in precedenza, non è affatto nuova alla presenza degli scout e per questo viene tenuta costantemente monitorata dalle autorità territoriali (anche con sistemi di videosorveglianza), che verificano le condizioni di un torrente d’acqua che non scorre molto lontano e pure il meteo. Nei giorni scorsi, al riguardo, pare che il maltempo non avesse creato problemi in questo punto della Lombardia e neppure le condizioni dell’ultima notte parevano oltre la soglia di sicurezza. Questo almeno stando a quanto riferito dagli amministratori locali intervenuti ieri sul posto subito dopo la tragedia.

L’uomo e la natura

Di certo, e qui arriva la conferma di Magatti, «quei luoghi sono usati da anni e anni e non hanno mai creato alcun problema. I nostri ragazzi non erano entrati nel bosco così, a caso, ma gli scout di Como 3 sapevano bene come muoversi anche perché i capi dell’Agesci ricevono una formazione continua. Se ci fossero stati dei rischi, insomma, qualcuno glielo avrebbe detto». Magatti prosegue: «In questo momento ho sei nipoti che sono impegnati in campi scout – dice – Ma anche io, di persona, sono stato in quel campo di Corteno Golgi e per più volte. Un posto sicuro usato da tutti e da sempre. Il vero tema è quello del rapporto dell’uomo con la natura di fronte a questi cambiamenti, ma per prevenire tutto c’è un solo rimedio, stare chiusi in casa. Il mondo scout educa al rispetto l’uno nei confronti dell’altro e al rapporto sano con la natura, alla sua salvaguardia, ma non azzarda nulla, non siamo di fronte ad una vita spericolata seppur all’aperto. Quello era un posto sicuro, non c’era un allarme particolare e l’unica cosa che mi sento di dire, di fronte a questa tragedia, è che sia stata una drammatica, tragica fatalità».

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