Scuola, i genitori ammettono: «Noi spesso troppo polemici»

Il dibattito L’accusa dei presidi: «Sempre a difendere i figli davanti ai prof». Mamme e papà replicano: «Vero, ma i docenti oggi faticano a dialogare»

«Si fa sempre più fatica a relazionarsi con i ragazzi, sia per le famiglie che per i docenti, alcuni non vedono l’ora di andare in pensione. Anche il fatto di difenderli sempre non va bene: già dall’asilo è sempre colpa della maestra».

Mirko Capriati, presidente del consiglio d’istituto del Setificio, appoggia le dichiarazioni dei presidi che, a La Provincia, hanno sottolineato come i genitori, negli ultimi anni, tendano sempre di più a difendere i loro figli a prescindere e, a volte, anche a mettere in discussione l’operato dei docenti, soprattutto alla luce di valutazioni negative. Si tratta, al momento, di una minoranza, ma per i presidi il fenomeno è in crescita, soprattutto dopo la pandemia. Una maggiore apprensione, quindi, unita a un’eccessiva interferenza della vita scolastica dei figli.

Manca il dialogo?

«I ragazzi hanno vissuto segregati durante il Covid e ora sono più irascibili – sottolinea Capriati -. Parlando con i professori, chi tra loro ha una certa età non vede l’ora di andare in pensione. Il rapporto non è più costruttivo. Già dall’asilo, è sempre colpa della maestra e quando succede qualcosa, sono tutti bravi ragazzi. Questo difendere sempre da parte dei genitori non va bene. Gli stessi professori non riescono più a dialogare con gli alunni e anche i genitori fanno fatica. Ci si sente dire dai giovani che sono cambiate le cose e che ora non funziona più come una volta, ma se anche i presidi arrivano a sottolinearlo, è preoccupante. Si fa più fatica a relazionarsi con i figli». «So che c’è questo problema - conferma anche Giovanni Panigiani, presidente del consiglio d’istituto del Volta –. Il preside ha raccontato di alcuni casi, anche se credo che siano comunque isolati e che riguardino una minoranza. Sicuramente c’è chi pensa di essere esperto in tutto e si sente in diritto e dovere di difendere il figlio a spada tratta. A volte, forse, sono le aspettative a essere troppo alte, anche quando i figli hanno dei limiti. Credo anche che in passato ci fossero meno possibilità di parlare con insegnanti o preside, capitava solo in occasione dei colloqui. Ora basta una mail e si viene ricevuti. Poi, naturalmente, sta alla sensibilità di ognuno sapersi limitare. In alcuni casi, si rischia di svilire il ruolo dell’insegnante».

Un supporto psicologico

«Confermo questa tendenza – ammette anche Massimo Cova, presidente del consiglio d’istituto del Giovio – i genitori si vogliono impersonificare nei figli e vedere per loro il massimo successo a ogni costo. Si vede la pagliuzza negli occhi dei professori e non la trave in quelli dei figli. La cosa importante quando ci sono difficoltà è la comunicazione, parlare e chiedere aiuto. Tutte le scuole stanno offrendo supporto psicologico».

L’ultimo commento arriva da Samanta Colombo, della Ciceri: «Da noi non sono emersi grandi problemi, anche se in molti casi i genitori risolvono le questioni direttamente con i docenti o il preside – spiega – In consiglio d’istituto non sono giunte lamentele su questo argomento. Una cosa che ho notato, però, è che c’è poca partecipazione da parte dei genitori a quella che è la vita scolastica: sono molto attaccati ai figli, ma poco alla realtà scolastica».

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