Spata, le sorti della sanità pubblica: «Enoc? Ha ragione. Più medici sul territorio o il sistema non regge»

L’intervento Il presidente dell’Ordine dei medici di Como sottoscrive le parole della procuratrice speciale dell’ospedale Valduce, Mariella Enoc

«Condivido totalmente tutto quello che ha detto Mariella Enoc: il nostro sistema nazionale rischia seriamente di andare in crisi».

Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici di Como, sottoscrive le parole con le quali la procuratrice speciale dell’ospedale Valduce ieri su “La Provincia” ha lanciato un Sos sulle sorti della sanità pubblica e in particolare degli ospedali: «Bisogna davvero ripensare il modello di cura - le sue parole - fare delle scelte concrete per la medicina territoriale perché si eviti il continuo intasamento nel reparto di emergenza urgenza. La sanità deve prevedere dei canali diversi e più efficienti». E ancora: «Non so se sia in pericolo il nostro sistema pubblico e universale, il migliore che io abbia mai visto avendo girato il mondo ed avendo conosciuto tante realtà sanitarie. Ma di sicuro stiamo correndo il rischio di indebolire tutta la nostra sanità».

«Sono le stesse cose, in fondo, che vado dicendo da anni - è il commento del dottor Spata - Il servizio sanitario che garantisce un servizio universale sulla base dei principi di uguaglianza ed equità sta rischiando grosso. Rischia di andare in difficoltà, anzi è già in apnea».

Il problema non è solo quello della carenza di personale, che pure resta uno dei nodi più critici: «Bisogna puntare a una riorganizzazione, non solo della medicina di base ma anche degli ospedali. Se torniamo indietro negli anni, anche il nostro Sant’Anna era nato, come tanti altri ospedali nel nostro Paese, per l’assistenza agli acuti, demandando al territorio la presa in carico delle cronicità. Questo non sta avvenendo, per tutti i motivi che sappiamo gli ospedali devono far fronte alle lungodegenze».

Una riorganizzazione che dovrebbe rendere operative, per esempio, le case di comunità. «La stessa riforma sanitaria che ha avuto finanziamenti dal Pnrr deve essere messa in condizione di decollare, ci vogliono dei progetti ed è necessario investire sul personale. Questa è la prima cosa, e tengo a sottolineare che il personale sanitario non è un costo ma una risorsa. E non mi riferisco solo ai medici ma anche agli infermieri e a tutti coloro che fanno funzionare la macchina della sanità».

E la medicina del territorio? «Deve assolutamente essere potenziata, altrimenti non ne verremo mai a capo. È inammissibile che il pronto soccorso sia sommerso di codici bianchi o verdi, lì ci devono andare le urgenze, e le cronicità devono essere prese in carico dalla medicina del territorio».

Le scelte, a questo punto, competono alla politica: «A livello nazionale, perché la Regione, che pure gestisce la sanità, amministra le risorse devolute dal governo».

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