Superiori, a Como il 52% si è iscritto a un liceo

Studenti Percentuale più alta solo nelle province di Milano e Monza. Appena l’11% punta su un professionale. Il provveditore: «C’è il rischio che aumentino i fallimenti durante l’anno. Resta basso il dato degli istituti tecnici»

Uno studente comasco su due sceglie il liceo, anche se i tecnici e i professionali sono in lieve aumento rispetto al passato.

Numeri, comunque, ancora troppo bassi per far fronte alle esigenze delle aziende del territorio, alla costante ricerca di professionalità carenti un po’ in tutti i settori.

I dati provinciali comunicati ieri dall’ufficio scolastico regionale e territoriale sulle iscrizioni alle scuole superiori non hanno generato particolare stupore, anche se qualche riflessione è d’obbligo.

Per quanto riguarda il 52,5% dei ragazzi che andranno al liceo, lo scientifico continua a essere il preferito (in particolar modo l’opzione scienze applicate), seguito da linguistico e scienze umane. Si parla comunque di numeri sopra la media regionale, che si attesta al 50,2%. Gli istituti tecnici si sono fermati al 36,4% (in tutta la Lombardia, solo Lecco e Milano hanno percentuali più basse), con il settore tecnologico a farla da padrone, quindi quello economico. I professionali restano fermi all’11% (2,5 punti in meno rispetto alla media regionale): tra questi, l’indirizzo che ha avuto maggiori adesioni è quello dei servizi per la sanità e l’assistenza sociale, ma si parla solo di un 3,6%.

Crisi demografica?

A pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni i presidi degli istituti cittadini, pur nella consapevolezza che i licei fossero ancora i favoriti, avevano parlato di un leggero calo di iscrizioni - imputabile anche ai primi effetti della crisi demografica – e, per contro, un leggero aumento nei tecnici e professionali. Emblematico il caso del Setificio, dove l’anno scorso c’era stata una crescita dei due licei e una riduzione dei tecnici, quest’anno invece l’opposto. Da sottolineare anche che non si tratta di numeri definitivi, perché nei prossimi giorni ci potranno essere altri movimenti, soprattutto per gestire gli eventuali esuberi e ricollocamenti. Non si parlerà, comunque, di particolari sconvolgimenti.

Una formazione esigente

«Mi sembra che, grossomodo, i dati rispecchino quelli degli anni passati – commenta il provveditore Giuseppe Bonelli -. Non sono ancora i dati definitivi, considerando che vanno confermate le iscrizioni e, magari, in qualche scuola non c’è posto e questo può creare più equilibrio. Siamo un po’ bassi rispetto all’istruzione tecnica e professionale; la formazione liceale è abbastanza esigente e il fatto che copra più della metà degli alunni iscritti può significare che ci sia un livello alto di competenze, ma c’è anche il rischio dell’aumento dei fallimenti durante l’anno». Chi, insomma, si rende conto strada facendo di aver preso la scelta sbagliata.

«Nei primi mesi dell’anno nuovo qualcuno si sposta o, a volte, l’anno dopo – aggiunge il provveditore -. Sono fenomeni ricorrenti. Bisognerebbe seguire i consigli orientativi dati in terza media: se più della metà dei ragazzi sono così bravi da andare al liceo mi fa piacere, ma conoscendo i normali andamenti dei rendimenti, mi sembra ci sia un eccesso di fiducia. Bisogna sapere che il liceo rimanda poi all’università, è un percorso lungo e non per tutti. Se comunque c’è stato un piccolo aumento al tecnico e professionale, mi fa piacere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA