Un cancello a San Francesco contro i senzatetto: pioggia di no

Il caso L’annuncio del sindaco fa discutere. L’ex sovrintendente Artioli: «Meglio studiare altro». Gli architetti: «Non è la soluzione»

Tecnici ed esperti bocciano l’idea di un cancello per blindare la zona dei portici dell’ex chiesa di San Francesco, di fianco al tribunale. Al netto delle letture politiche, una delle maggiori perplessità relative alla proposta lanciata dal sindaco Alessandro Rapinese riguarda la reale possibilità di installare cancellate. Non a caso anche durante il precedente mandato erano stati sollevati dubbi circa l’impatto di una barriera davanti a un bene così prezioso. Alla Soprintendenza spetterà decidere e rilasciare autorizzazioni e permessi.

L’ex ingegnere capo del Comune

«Io direi di no, da un punto di vista architettonico non mi pare una soluzione giusta – così ragiona Tino Tajana, urbanista e architetto – Capisco il tema della salvaguardia del bene, detto che a proposito di sicurezza lì accanto c’è il palazzo di giustizia. Ma tolto il cattivo uso che si può fare di quel porticato chiuderlo significa interrompere un bello spazio. Una passeggiata con un sali e scendi pedonale fatto di gradini. Francamente un cancello lascia qualche dubbio. Piuttosto, ci sono molti modi per difendere un sito. Io suggerirei un’illuminazione forte. Sotto a San Francesco soprattutto la sera è molto buio».

Non è comunque il primo cancello della discordia. Anche l’idea di metterli al Monumento ai Caduti, contro vandali e writers, aveva fatto molto discutere la città. A San Francesco in effetti i gradini stati rovinati dagli skate (il Comune ora promette agli appassionati un’area attrezzata all’Ippocastano) e hanno fatto danni alcuni vandali. Quanto alla presenza dei senzatetto, è piuttosto una questione sociale, un tema d’accoglienza.

Il Soprintendente e gli architetti

L’ex soprintendente Alberto Artioli commenta: «Si tratta di un bene vincolato, prezioso, decidere spetta all’attuale soprintendenza – Durante il corso della storia sono stati costruiti tanti cancelli, molti hanno fatto discutere anche qui a Como. Se devo esprimere un parere direi che sarebbe meglio non arrivare alle cancellate davanti a San Francesco. Ma se il cattivo uso di quello spazio porta a deturpare il monumento allora non ci vedo nulla di male. La fede nel senso civico non basta. L’illuminazione sarebbe un primo passo. Penso che il bene storico e architettonico venga prima di tutto, per skate e senzatetto si possono trovare altre soluzioni».

Critica Margherita Mojoli, presidente dell’Ordine degli architetti di Como: «I monumenti fanno parte dello spazio pubblico e dovrebbero essere liberi e fruibili dai cittadini in quanto patrimonio di tutti. Divisioni, barriere e quindi cancelli non credo siano utili per il problema della sicurezza pubblica. Problema che comunque è assolutamente da considerare, perché negli anni si stanno acuendo le criticità. Perché i luoghi siano sicuri devono essere vivi e vissuti e quindi rivitalizzati. Serve un progetto organico che guardi alle città in tal senso, con visione complessiva. La cura dei luoghi nell’idea generale indicata risulta fondamentale».

Ha fatto invece i complimenti al sindaco l’ex assessore Nini Binda, già sostenitore dei cancelli al Monumento ai Caduti e ai giardini a lago.

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