Un nuovo Tempio Voltiano? «La soluzione esiste già»

Il dibattito Più di sei anni fa la Fondazione Volta aveva presentato un progetto curato da professor Petraroia per svecchiare esposizione ed interni del tempio

«Oggi al Tempio chi ci va?», si è domandato il fisico comasco Giulio Casati parlando di Volta davanti ai soci di Rotary ed Ucid. Pochi, è lecito rispondere se gli incassi previsti dal Comune di Como per la vendita dei biglietti d’ingresso ammontano per quest’anno a soli 15mila euro, una cifra che peraltro somma anche gli accessi al Faro Voltiano e al Monumento ai Caduti. I turisti sono migliaia ogni weekend, eppure gli ingressi nei musei sono irrilevanti. Nello specifico del Tempio Voltiano ormai più di sei anni fa la Fondazione Volta aveva presentato un progetto, curato dal professor Pietro Petraroia, già Soprintendente e docente della Cattolica, per svecchiare l’esposizione e gli interni. Buoni propositi che non hanno mai avuto seguito. Nel 2027, ha ricordato Casati, ricorrono i duecento anni dalla morte del genio comasco e bisognerà farsi trovare pronti.

Leggi anche

«Messo in sicurezza l’edificio e riaperti gli spazi in particolare al secondo piano – spiega Petraroia, storico e museologo – volevamo mettere in risalto l’avanguardia della sua architettura. Il Tempio è contemporaneo del NovoComum, inaugurato prima degli anni Trenta è più moderno di alcuni anticipi di Razionalismo pur essendo molto diverso. E poi volevamo creare un nuovo percorso interno che ponesse al centro l’esperienza del Volta. Servirebbe rinnovare e attualizzare la percezione della scoperta della pila e del metano. Sono temi oggi centrali, basti pensare all’inimmaginabile crisi energetica che stiamo vivendo».

«Per questo – racconta ancora il professore – dunque Como deve cercare di rendere riconoscibile il valore di Volta, ma nel contesto in cui viviamo, proponendo temi dei giorni d’oggi. Ed è un lavoro che la pubblica amministrazione e la Fondazione Volta possono e devono fare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA