Una folla per l’addio a Mantero: «Riccardo era un creativo vero»

Il lutto Il funerale si è svolto nella Basilica di San Fedele oggi, 26 aprile. L’ultimo saluto all’imprenditore tessile e le commosse parole di amici e famiglia: «Amico carissimo, sempre allegro. Un imprenditore di stampo antico, come ce ne sono pochi»

Oggi due ali di folla hanno accolto e salutato il feretro di Riccardo Mantero nella Basilica di San Fedele per la cerimonia funebre. Ad accompagnare la salma la moglie Maria Grazia, i figli Vivide, Beppe, Francesco e i nipoti. Sul sagrato tanti i tributi, a cominciare dal sindaco Alessandro Rapinese: «Una persona di rara intelligenza, è stato un onore averlo vicino di casa, ci si incontrava ed era sempre un piacere parlargli».

«Un amico carissimo, sempre allegro, brillate. Un imprenditore di stampo antico, come ce ne sono pochi» dice commossa Edy Pelloli. Non nasconde il dolore un ex collaboratore: «Non sono mai riuscito un giorno a salutarlo per primo». Partecipi al lutto Momo Saibene: «Non ha mai fatto mancare la sua presenza a “Simpatia”; ci ha anche donato una scultura che conserviamo gelosamente». E Patrick Droulers: «Lo vedo ancora tra le scintille della fiamma ossidrica a scolpire lamiere». Si stringe al dolore Carlo Fattorini, storico fornitore della Mantero: «Un uomo burbero, ma leale, sono fiero di aver lavorato con lui».

In chiesa tantissimi gli amici accorsi per l’ultimo saluto: noti personaggi del tessile e della moda tra cui Fabio Bellotti con la moglie Daniela Morera, Bruno Ragazzi, Michele Canepa, Luigi Turconi. Nei primi banchi i fratelli Aimone, Christian, Federico, Michele, Moritz, Otto.

Tra i momenti più toccanti della cerimonia un passaggio dell’omelia di Don Pietro Matti: «Sono andato a trovare Riccardo due giorni prima che morisse, sopra il letto si vedeva nell’ombra un Crocefisso: ha chiesto alla moglie Maria Grazia “Illumina il Cristo”. Si rendeva conto di essere alla fine del suo viaggio, ora sarà Cristo a illuminare la sua anima». Ha ricordato poi: «Riccardo lascia molto: lo ricordiamo come grande creativo, imprenditore intraprendente, un artista estroverso, a tutto tondo. Pur nel dolore della perdita, bisogna essere saldi nella fede e nella speranza di ritrovarlo un giorno nella Casa del Padre».

Prima della benedizione hanno preso la parola la nipote Nina, il figlio Francesco e la figlia Vivide: «Vividina, così mi chiamavi ogni tanto e io lo adoravo. E dicevi che ero la tua figlia prediletta. Ho sempre voluto illudermi che lo sarei stata comunque, anche se avessi avuto delle altre sorelle… Dividere il tuo amore con due meravigliosi fratelli è stato solo un grande privilegio e un regalo. Hai passato gli ultimi giorni guardando i documentari della “nostra” Africa. Sei tu che mi hai trasmesso sin da bambina questa passione. E so che il fatto di pensarmi felice proprio lì, ti rendeva fiero nonostante le distanza». Distanza che si è accorciata in tutti i presenti quando, prima dell’estremo commiato, la bara sormontata da un cuscino di fogliame è stata avvolta dalla struggente musica del film capolavoro di Sydney Pollack.

© RIPRODUZIONE RISERVATA