L’esordio di Braglia junior
tra i pali del Castello

Figlio di Simone, ex portiere tra le altre di Genoa, Como e Milan. «Mio papà mi dà sempre tanti consigli, a volte lo ascolto altre volte faccio di testa mia»

Nel Castello che sconfigge per 2-1 la ColicoDerviese e termina al secondo posto il girone d’andata di Promozione B, c’è stato spazio per la prima volta in stagione per il giovane portiere classe 2000 Carlo Braglia, figlio di Simone, ex portiere tra le altre di Genoa (con cui ha giocato in serie A), Como e Milan.

Un esordio più che inaspettato per Carlo che doveva andare addirittura in tribuna, poi il cambio sulla distinta e l’ingresso al posto dell’infortunato Borghi: «Non ero agitato anche se era una gara importante per la classifica ed era la mia prima partita, ma, allenandomi da qualche mese con il Castello, sapevo di potermi fidare ciecamente della mia difesa – esordisce Carlo -. Sinceramente però entrare ad inizio ripresa è stata un po’ una sorpresa, pensavo che il colpo ricevuto da Borghi non fosse grave invece, alla mia prima convocazione mi sono ritrovato improvvisamente in campo».

Per Carlo questo è stato l’esordio nel calcio dei grandi, dopo un passato nel calcio svizzero: «Ho iniziato al Maslianico, poi sono passato all’Accademia Como, da lì mi sono spostato in Svizzera dove ho militato nel Team Ticino e nel Chiasso – continua Braglia -. Poi quest’estate per un problema alla schiena pensavo di smettere finché grazie al consiglio dell’ex direttore sportivo del Fenegrò, Luca Bocconcello, sono venuto al Castello, società in cui mi trovo molto bene e che devo ringraziare».

È inevitabile che parlando di un Braglia portiere la mente torni all’eroe di Anfield: «Mio papà mi dà sempre tanti consigli, a volte lo ascolto mentre altre volte faccio di testa mia. Ma in ogni caso le sue parole sono sempre ben accette e costruttive e spesso ci scambiamo opinioni dopo le mie partite – conclude Carlo -. Ma adesso la mia testa è concentrata sul Castello dove spero di essere utile per provare a puntare all’Eccellenza».

Avrà di certo provato delle grosse emozioni anche papà Simone nel vedere suo figlio per la prima volta calcare i campi della Promozione: «Per noi non è facile condividere il ruolo di portiere, quindi mi limito solamente a dare dei consigli ordinari che possano aiutarlo a crescere, non voglio essere troppo oppressivo – esordisce Braglia -. In porta io sono io e Carlo è Carlo, abbiamo delle caratteristiche diverse. Sono contento per la sfida di domenica anche perché per un estremo difensore di tutti i livelli tornare a giocare dopo sei mesi non è facile. Poi Carlo arrivava da un calcio totalmente diverso da quello italiano, quindi ora si deve allenare con meticolosità e vedremo se si meriterà di giocare».n 

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