Como in aiuto dell’orfanotrofio ucraino. Piccole conquiste, tanto da fare

Il reportage “Un giusto abbraccio per Magal” è un gruppo di volontari comaschi. Sostengono da più di un anno una struttura con 52 bimbi disabili in Ucraina

Nove mesi dopo il viaggio partito da Como e diretto all’orfanotrofio di Magal in Ucraina raccontato sulle pagine di questo giornale, la vita dei 52 piccoli (ma poi nemmeno così tanto piccoli) ospiti, tutti quanti affetti da diverse forme di disabilità fisica e psichica, non è cambiata significativamente. Eppure dei cambiamenti ci sono stati e per quanto in apparenza piccoli meritano di essere raccontati perché sono stati possibili grazie ai volontari comaschi e a chi dal nostro territorio ha contribuito, anche solo economicamente.

Il riassunto

Il primo viaggio, che risale ormai a più di un anno fa, aveva fatto conoscere alla dottoressa Anna Gini e a Laura Sampietro, responsabile della residenza sanitaria per disabili di Cassina Rizzardi, una realtà lontanissima da come oggi noi immaginiamo un centro di accoglienza per i più fragili. Al contrario, Magal somigliava senza ombra di dubbio a un manicomio.

Il cambiamento è arrivato nel tempo, con la pazienza di chi ogni mese, per quattordici mesi, ha continuato a salire sugli aerei e attraversare il confine tra la pace e la guerra per stare insieme a questi bimbi e ragazzi, soli al mondo. Oggi, grazie a queste visite frequenti e all’impegno portato avanti anche a distanza dai volontari del gruppo “Un giusto abbraccio per Magal”, che ruota attorno alla parrocchia di Rebbio e a don Giusto della Valle, l’orfanotrofio somiglia un po’ di più a una comunità e un po’ meno a un manicomio.

L’impianto idraulico installato tramite la collaborazione con l’associazione umanitaria ucraina Me Yedina Ukrayna (“noi tutti siamo l’Ucraina”) da parte dei volontari ha permesso di alzare il livello di igiene dei bambini e dei ragazzi ospitati nella struttura. Lo stesso vale per i due bagni costruiti da “Un giusto abbraccio per Magal” - di cui uno dotato di un’ampia vasca per lavare i bambini - , che garantiscono ora maggiore igiene e comodità anche ai volontari presenti di volta in volta in struttura.

Anche i letti acquistati grazie alle raccolte fondi portate avanti sul territorio comasco sembrano, anche se di poco, aver migliorato la qualità di una vita che resta, purtroppo, ancora segnata dalla miseria e dall’abbandono.

Sin dal primo viaggio dei volontari comaschi infatti la difficoltà maggiore da affrontare è stata l’inedita violenza delle donne cui è affidata la cura dei bambini e dei ragazzi. Assistenti sfiancate spesso dalla povertà e da una guerra che non lascia tregue, certo, ma anche abituate a vivere in un Paese in cui la disabilità è ancora un difetto, qualcosa da nascondere. E se è vero che in questi nove mesi che hanno separato il primo reportage da Magal da quello di oggi molte cose sono migliorate nell’orfanotrofio, tante ancora sono da costruire.

Gli obiettivi e un invito

Il gruppo di Rebbio, che ora comprende una ventina di volontari, attivi nella raccolta fondi, nelle iniziative di sensibilizzazione e nei viaggi veri e propri, ha come obiettivo futuro quello di costruire per le “assistenti” assunte dallo stato ucraino per la cura di questi orfani o abbandonati competenze e sensibilità migliori. A partire, soprattutto, dalle cose più piccole: le carezze per consolare le lacrime, la cura dell’igiene dei bambini e della loro alimentazione, un sorriso per soddisfare un buon comportamento, tutto quanto unito alla consapevolezza che non c’è niente di malvagio nella disabilità. Ma che, anzi, c’è tanto amore da dare e ricevere.

Nessun può farlo meglio di chi parte per Magal da più di un anno: un assortito gruppo di educatrici, maestre, medici e infermieri, o più semplicemente volonterosi che nelle ore passate a contatto con questi bambini, ultimi tra gli ultimi, trovano un significato. Ancora molto c’è da fare e le competenze di tutti sono necessarie per farlo: ecco perché i prossimi viaggi aspettano nuovi volontari, pronti a portare con sé buon cuore e nuove idee.

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