Due famiglie agli “antipodi” d’Italia e la doppia festa intorno all’albero

Il racconto Da Como alla Sicilia, la storia di un Natale “doppio” che si tinge di nuove tradizioni per stare più vicini, anche se solo per poco tempo

La fortuna di avere una famiglia sdoppiata agli antipodi della penisola è sempre stata quella del doppio Natale. Ad avere la priorità nelle festività propriamente dette è il lato materno dei parenti, quello siciliano, che per il resto dell’anno (escluso il periodo estivo) è confinato a qualche telefonata. Ma questo non ha mai compromesso l’affetto dei parenti comaschi nei nostri confronti, con cui, al contrario, abbiamo fronteggiato la situazione coniando nuove tradizioni. Il “doppio Natale”, appunto, che solo poche volte abbiamo festeggiato prima che iniziassero le vacanze.

Con il passare degli anni si è, infatti, andata via via consolidando l’abitudine di concentrare i festeggiamenti nella data dell’Epifania, che, nel caso della mia famiglia, tutto può fare tranne portarci via le feste. Le festività sono dunque strutturate così: al tradizionale pranzo del 25 dicembre si aggiunge la “cena del 24” tipicamente siciliana, che a Como è tutt’altro che consuetudine fare. I preparativi sono significativi, sia per la concomitanza della Vigilia con il compleanno del solido pilastro intorno a cui ruota la mia famiglia (mia nonna) sia perché il numero dei parenti presenti alla cena, come nel migliore dei luoghi comuni, è superiore rispetto a quello di qualsiasi famiglia lombarda.

Anche sulle tavole siciliane non manca il panettone, ma è sempre affiancato da cassate, buccellati e torroni; la vera differenza sta forse nel momento dello scambio dei regali: se a Como si aspetta la mattina del giorno dopo per aprirli, dopo aver lasciato su un vassoio latte e biscotti la sera prima per il Bambin Gesù, Babbo Natale o chi per essi, in Sicilia si scambiano la sera stessa allo scoccare della mezzanotte anche se venendo da una famiglia perlopiù laica sarebbe riduttivo generalizzare, perché per molti è abitudine partecipare alla messa tra il 24 e il 25. Il pranzo di Natale è, chiaramente, tradizione comune a entrambi i casi, così come la tombola e i giochi di carte, momenti in cui emergono le personalità più competitive e al tempo stesso sono fonte di risate sincere e conversazioni affettuose.

Vero è che le piste di pattinaggio non sono a portata di mano, e lo stesso vale per i mercatini di Natale di impronta nordeuropea, anche se la Sicilia ha alle spalle una lunga tradizione di articolati presepi (viventi e non), la cui esposizione è aperta al pubblico. Ogni tanto ci capita di passare anche il Capodanno qui, circondati da arancine fatte in casa, petardi miniciccioli e conti alla rovescia su Rai1, motivo per cui con la cerchia ristretta dei parenti di Como recuperiamo tutto il giorno dell’Epifania. La gioia è grande a prescindere da dove ci troviamo perché io e i miei fratelli abbiamo la fortuna di avere legami preziosi con entrambe le sfere familiari, e questo affetto non è altro che lo specchio dell’amore che si propaga da generazioni. Non saranno le tipiche vacanze di Natale ma sono l’occasione per rallentare un attimo e renderci conto di quanto siamo fortunati.

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