Il grande sperpero: mezzo chilo di cibo gettato ogni giorno

Società Ogni comasco butta 534 grammi di pietanze. Il trend è in linea con quello registrato a livello nazionale

Più di 500 grammi al giorno di cibo buono nell’immondizia: ogni comasco butterebbe più di 534 grammi di pietanze al giorno. Questa è la quantità identificata dall’“Osservatorio internazionale su cibo e sostenibilità” e si tratta di un’unità in linea con il trend nazionale, che sale fino a 591 grammi al Sud. Sono i dati presentati lo scorso febbraio, per quanto riguarda il nostro Paese, durante la giornata dedicata allo spreco alimentare. Dall’analisi emerge uno spreco in flessione del Nord Italia, mentre è in crescita a Sud. Tra i cibi che vengono più buttati ancorché ancora commestibili, troviamo in ordine uova (+ 22%), sughi pronti (+ 23%), i formaggi (+ 21%), cibi precotti (20%), cioccolato (+19%), e via così fino allo spreco della carne rossa cruda (+ 5%) con la stessa percentuale della frutta fresca. Si spreca meno per i prodotti della colazione, aromi, e carna bianca cotta.

Indirizzare le scelte

Secondo l’Osservatorio, che si propone di fornire alla comunità scientifica e all’opinione pubblica le conoscenze e gli strumenti per analizzare il comportamento del consumatore e gli impatti economici, ambientali e sociali generati dallo spreco alimentare, ad essere più spreconi sono le persone senza figli, del ceto medio basso (+17%) e popolare (+7%), che abitano in grandi città (+8%) in particolare del Sud Italia (+4%).

L’obiettivo dell’Osservatorio è quello di generare conoscenze utili a indirizzare scelte individuali e politiche relative all’uso sostenibile delle risorse naturali, alla riduzione e prevenzione dello spreco alimentare e alla promozione di diete sane. L’obiettivo è anche quello di indagare quali soluzioni sviluppare e implementare per contrastarlo. Quelli proposti sono dati affidabili, che però non mancano di suscitare qualche perplessità, come sottolinea anche Monica Molteni che coordina l’operatività di Siticibo sul territorio Comasco, che si occupa di reperire il cibo cotto e fresco in eccedenza nella grande distribuzione e nella ristorazione organizzata per ridistribuirlo alle realtà che ne hanno bisogno.

Acquisto consapevole

«Recuperare risorse dallo spreco alimentare ha una doppia e importante valenza, sia per utilizzare in modo responsabile il cibo, sia per effettuare un acquisto più consapevole di generi alimentari. I dati rilevati dall’Osservatorio sono in linea con gli anni precedenti: siamo purtroppo davanti a un dato molto alto. Per effettuare una raccolta più puntuale di cibo fresco, in scadenza, Siticibo ha ampliato i punti vendita da cui ci riforniamo. Invece che raccogliere molto da pochi punti, ultimamente raccogliamo poco da diverse rivendite. Questo perché anche la grande distribuzione ha messo in atto diverse strategie virtuose rendono meno numerose le eccedenze dedicate alla donazione. Osserviamo che si tratta di una prassi positiva, ma oltre ad avere meno cibo fresco per le strutture caritative che seguiamo, aumentano anche i costi del recupero del cibo. Stiamo aprendo quindi delle donazioni da aziende che hanno ordini inevasi e rimanenze. Inoltre, stiamo cercando di innescare delle collette di fresco a chiamata coinvolgendo piccole realtà, come scuole e aziende».

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