Il piccolo Mattia e il gol fantasma. Quei gesti di sport da ricordare

Fair Play Ogni anno l’associazione assegna un riconoscimento speciale. Perché sui campi da gioco non venga mai meno il principio di lealtà

Un premio per il gesto significativo, improntato al fair play, alla correttezza e alla lealtà in ambito sportivo. Quando la competizione può essere sfrenata e il risultato l’unico obiettivo, chi si distingue per un atto fuori dal comune è sempre “indiziato” per il premio al gesto del Panathlon. Il premio è intitolato a Gabriele Coduri De’ Cartosio, che in gioventù raccolse trionfi vestendo la maglia nerostellata della Ginnastica Comense.

Sono stati tanti, nel corso degli anni – fin dal 1997 -, i gesti premiati dal Panathlon cittadino nelle giornate del Fair Play. Alcuni gesti e, di conseguenza, i loro autori, hanno avuto un successo in termini di riconoscimento, ben al di fuori della città e della provincia. Negli ultimi anni ci sono stati tre premi in particolare di rilievo nazionale e internazionale.

Fu riconosciuto dal Panathlon Club Como, successivamente dall’Area, fino al diploma d’onore del Cifp-Comitato Internazionale Fair Play (una sorta di “Coppa del Mondo” del fair play), un gesto compiuto nel 2012 da un calciatore dilettante comasco, Fabio De Giacco.

Il giocatore – a dimostrazione che non serva essere per forza un campione per essere attenzionati dal Panathlon, anzi, è proprio dallo sport di base che spesso emergono le storie migliori -, a qui tempi era un centrocampista del Cavallasca, Seconda categoria provinciale. Contro la Casnatese, sullo 0-0, convinse l’arbitro a non assegnare un calcio di rigore a favore della propria squadra, decretato per un presunto fallo di mano in area. «Non è rigore, la palla ha colpito prima il mio braccio, il fallo è mio», disse De Giacco all’arbitro. Un gesto che influì poi sul risultato, perché il Cavallasca perse 1-0.

Nel solco della tradizione del fair play nel calcio – in passato ci sono stati anche premi per calciatori che hanno sbagliato apposta dei rigori inesistenti – si inserisce il gesto del giovanissimo Mattia Martinelli, premiato nel 2021. Un gesto che colpì perché compiuto da un giovane baby portiere dell’Eracle, appena dodicenne. A Casnate, in un’amichevole contro il Figino, richiamò l’attenzione dell’arbitro dopo un gol fantasma degli avversari: «Ricordo l’azione e il tiro dell’avversario: ho toccato il pallone, che è entrato in porta ma è tornato subito in campo dopo aver toccato la parte d’acciaio che sostiene la rete. Ho chiamato l’arbitro e gli ho detto che il pallone era effettivamente entrato, il gol era da assegnare», disse all’epoca.

Il gesto attirò il Panathlon Como e non solo. Mattia fu poi premiato a San Siro dal Milan e ricevette un premio a Bolzano, dalle mani dell’ex calciatore ora sindaco di Verona, Damiano Tommasi (un simbolo di corretteza e fai play): vinse il premio giovani di WeFairPlay, progetto nato su iniziativa dell’associazione sportiva dilettantistica Gs Excelsior. Ed ebbe eco internazionale, nel 2020, anche il gesto di Giovanni Borgonovo, giovane atleta della Canottieri Cernobbio: dopo aver vinto il Trofeo Villa d’Este 2019, si è reso protagonista di un gesto di lealtà, coraggio e altruismo, nel pieno dei principi del fair play, andando ad “autodenunciarsi” alla giuria. Saltò infatti, per disattenzione, una boa del tracciato. Venne squalificato d’ufficio, la gara fu vinta dal secondo classificato”.

Il gesto fu pubblicato sulla rivista del Panathlon International e vinse il trofeo “Jacques Rogge -Youth”, assegnato Comitato Internazionale Fair Play.

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