La sfida di Transizione 5.0: così la sostenibilità può cambiare le imprese

Formazione Tre Innovation talk di ComoNext, si parte dalla supply chain. «Giusto enfatizzare l’impatto energetico, si dovrà rendicontare al Gse»

La sostenibilità è uno scenario complesso che rischia di rimanere un discorso teorico anche per la difficoltà delle aziende nel trovare il bandolo della matassa.

Anche per le Pmi sarà fondamentale certificare la strategia green

ComoNext in collaborazione con Ey ha progettato un ciclo di tre incontri online dedicati alla Transizione 5.0 e alle sue declinazioni: la sostenibilità, l’uomo al centro e la resilienza. «Tre punti di vista in merito alla transizione che sta avvenendo e che avverrà all’interno delle aziende – osserva Alex Curti responsabile Next Innovation ComoNext - Innovation Hub – Il primo Innovation Talk in agenda per martedì 21 maggio alle 9.30 “Sostenibilità della supply chain” sarà orientato all’impatto di prodotti e servizi sull’ambiente, come è possibile cercare di ottimizzare la linea di produzione per consumare meno energia e materiali, il riutilizzo e l’automatismo, tutti obiettivi abilitati dalle stesse tecnologie di Industria 4.0».

Le risorse

Proprio in questi giorni è stata pubblicata la conferma che parte dei fondi Pnrr verranno dedicati alla Transizione 5.0: «Un documento di conversione in legge del decreto dove sono stati specificati il perimetro e le modalità di attuazione della misura che è in sostanza la prosecuzione di Industria 4.0, già Transizione 4.0, in termini di tecnologie abilitanti, ci si appoggia sempre all’allegato A e all’allegato B di Calenda del 2016 che hanno fatto sì che le aziende acquisissero innovazione con un iper ammortamento iniziale poi diventato credito di imposta». Le imprese possono continuare a introdurre quelle stesse tecnologie con una serie di incentivi che aumentano se dimostrano che l’impatto energetico è diminuito: ottimizzando il ciclo di produzione, lavorando con materiali innovativi, introducendo fonti di energia sostenibile, mettendo in pratica tutta una serie di azioni che portano a diminuire l’impatto sia nella produzione di beni, sia nell’erogazione di servizi.

«All’interno del Talk cercheremo di spiegare il contesto con parole semplici ed esempi pratici, le aziende devono capire come si collocano in questo disegno che è la prosecuzione di un’azione che ci ha visti lavorare tutti bene fino a oggi. Il credito d’imposta e la finanza agevolata in generale, sono sempre stati stampelle molto utili per portare innovazione, è una prosecuzione di quel percorso utilizzando lenti che guardano all’impatto ambientale, alla sostenibilità, alle risorse che sono scarse, avendo tutti come obiettivo il bene comune che è l’ambiente».

Impatto ambientale e attenzione agli Esg, Environmental Social and Governance, sono da tempo sulle agende delle grandi realtà che hanno inoltre già degli obblighi: «Le grandi forzatamente si sono dovute muovere per andare a misurare e certificare la loro azione nella direzione della sostenibilità con dati coerenti, nel corso dell’incontro si cercherà di far vedere come hanno lavorato perché domani questo processo spetterà anche alle imprese più piccole, alcune delle quali già lo fanno perché magari sono contro terzisti inseriti in una filiera. Pensiamo per esempio all’automotive: Bmw deve rispondere a report Esg, bilancio sociale e altri obblighi entro il 2025, questo porta Bmw a rifornirsi da chi riesce a dare evidenza dei dati certi della propria produzione: tutti si dovranno muovere. Transizione 5.0 ha l’obiettivo di scuotere la pianta delle Pmi proprio come accaduto per Industria 4.0: abbiamo collegato le macchine adesso dobbiamo far cantare i dati».

La centralità della persona

L’uomo al centro è la differenza più grande tra Industria 4.0 e Transizione 5.0? «Dare un’enfasi così importante all’impatto energetico è significativa, l’interlocutore dell’azienda non è più l’Agenzia delle Entrate, ma il Gse, Gestore Servizi Energetici, è a lui che bisogna fornire i dati sulle tecnologie implementate per raggiungere quell’obiettivo di impatto energetico. Se l’azienda lo ha raggiunto significa che ha lavorato nella direzione dell’ambiente che è il bene comune dove noi viviamo, anche in questo senso è human centric perché si migliora in senso lato la qualità della vita di tutti».

La narrazione sul tema verrà ripresa nei successivi appuntamenti che saranno dedicati agli Esg, un discorso più ampio di quello che è la Transizione 5.0: «Le stesse tecnologie abilitanti la sostenibilità portano anche al secondo aspetto che è l’uomo al centro: l’uomo che deve lavorare meglio in condizioni migliori in termini di relazioni, di spazi e di attività. L’ultimo asse su cui si declina la Transizione 5.0 è la resilienza: la reazione virtuosa dell’azienda a un evento critico esterno alla stessa, come la pandemia, grazie alle tecnologie implementate».

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