Chiusura del Grand Hotel Cadenabbia: atteso il passaggio a una nuova proprietà

Griante Le duecento camere non saranno aperte nella prossima stagione. Contatti in corso. In paese è fermo per lavori anche il “Britannia”, per cui vengono meno ottocento posti letto

Dietro quel generico «il Grand Hotel Cadenabbia chiuderà temporaneamente i battenti» - postato con tutto il garbo del caso sui profili social istituzionali - in realtà si cela il fatto che così come l’abbiamo visto dalla sua ristrutturazione ad oggi (con tanto di piscina riscaldata e rinnovata negli ultimi anni) il Grand Hotel Cadenabbia non lo si vedrà più.

E questo perché una delle ammiraglie dell’ospitalità lariana se non l’ammiraglia principe della nostra hotellerie con le sue quasi 200 camere e i 400 posti letto si prepara a cambiare radicalmente pelle.

Gli indizi

Il dato oggettivo è che il quattro stelle, sede (anche) di numerosi matrimoni e di cene o eventi delle associazioni locali grazie anche alla vista unica su Bellagio dalla terrazza al quarto piano, la prossima stagione turistica la vivrà da spettatore, in quanto la struttura sarebbe in attesa del passaggio di proprietà, secondo alcuni peraltro già avvenuto. Alcuni indizi si sono già avuti, come l’andirivieni di mezzi per svuotare quanto presente all’interno, cucine incluse.

Il Grand Hotel Cadenabbia a marzo non riaprirà e presumibilmente rimarrà chiuso anche nei prossimi tre anni, considerato che all’orizzonte ci sarebbe un ambizioso progetto per trasformarlo in un cinque stelle, l’ennesimo presente in un fazzoletto di territorio che a questo punto si candida a fare invidia anche alle mete più blasonate del turismo internazionale.

Massimo riserbo

Tutto questo ricordando che un chilometro più avanti anche il Grand Hotel Britannia, venduto ad un fondo americano, si sta trasformando in un lussuoso cinque stelle, con il 2025 (al momento) come data di riapertura.

Il destino del Grand Hotel Cadenabbia non è ancora stato svelato e tutta la vicenda è coperta dal massimo riserbo. Impossibile dunque ad oggi saperne di più, se non che al gruppo fa ancora capo il Grand Hotel Menaggio con le sue quattro stelle e la novantina di camera che da marzo sono pronte a (ri)accogliere i tanti turisti pronti a tornare o, in alternativa, a visitare per la prima volta il Lario.

Il dato oggettivo è che Griante - un caso quasi unico a livello nazionale per quanto concerne il rapporto tra residenti e posti letto turistici - in questo 2024 dovrà rinunciare in un sol colpo ad oltre 800 posti letto legati al turismo.

Ormai è chiaro che questa parte di territorio sta puntando in maniera sempre più marcata sul turismo d’alta gamma e i fatti sembrano al momento dargli ragione, considerato che prenotazioni e capacità di spesa sono in costante aumento.

Resta il fatto della convivenza tra questa tipologia di turismo - che richiede, nel nome del lusso, servizi esclusivi - e il territorio ovvero i residenti, che dal post pandemia hanno evidenziato attraverso il nostro giornale, ma anche la cassa di risonanza dei social un aumento abbastanza importante dei prezzi a tutto tondo nel nome di quel lago “dorato” che ha saputo superare di slancio anche il biennio terribile segnato dalla pandemia.

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