Frontalieri in Svizzera con reddito di cittadinanza. La Finanza ne scopre undici

Menaggio Indagine della Gdf le persone segnalate dovranno restituire all’Inps un totale di 130mila euro

Percepivano il reddito di cittadinanza eppure lavoravano come frontalieri, in Canton Ticino ma anche nella lontana Francia, oppure avevano dei familiari che percepivano reddito che badavano bene di non dichiarare e comunicare, in modo da non valicare quella sottile linea tra il percepire il contributo statale e il non percepirlo.

Solo che ora, dopo una indagine portata avanti in questi mesi dalla Guardia di finanza con la Compagnia di Menaggio, quei soldi percepiti in un paio di anni di contributi l’Inps li chiederà indietro, per una cifra che supera i 130 mila euro. Sono undici i “furbetti” del reddito di cittadinanza che sono stati stanati da una indagine delle Fiamme Gialle nell’ambito di una specifica attività di controllo finalizzata a verificare la corretta percezione di contributi e di sussidi pubblici, proprio come in questo caso.

E’ difficile fare un identikit che possa raccontare e riassumere la storia di queste persone, perché sono molto diverse l’una dalle altre. Ci sono sia uomini sia donne tra questi undici “furbetti”, risiedono un po’ in tutto il territorio competente della Compagnia di Menaggio, lavorano come frontalieri ma non solo, ed anche l’età è molto variabile, partendo da un minimo di 30 anni.

L’indagine della Guardia di Finanza ha riguardato sussidi percepiti in un periodo compreso tra il il 2021 e il 2023, reddito di cittadinanza ottenuto «pur in assenza dei necessari requisiti di legge». Gli approfondimenti hanno portato in evidenza «significative incongruenze tra i dati dichiarati nelle istanze di sussidi presentate all’Inps», scrivono le Fiamme Gialle, e quelle che erano «le reali disponibilità reddituali dei percettori o dei loro nuclei familiari».

La casistica delle irregolarità constate dai militari, come detto, è piuttosto variegata: due soggetti sono risultati lavoratori dipendenti, uno frontaliero in Svizzera, l’altro addirittura in Francia; altri hanno invece omesso di dichiarare la presenza nel loro nucleo familiare di componenti con redditi, così da non superare i limiti cumulativi previsti per legge al di sotto dei quali è possibile richiedere il sussidio. Tra i soggetti controllati – comunica sempre la finanza – anche un titolare di partita Iva che non aveva dichiarato al fisco tutti i suoi ricavi.

«Al termine degli accertamenti sono state inoltrate al competente ufficio Inps apposite segnalazioni per l’interruzione immediata dell’erogazione del beneficio non dovuto con il conseguente avvio delle previste procedure per il recupero delle somme indebitamente percepite», ha concluso la finanza in una nota. La cifra erogata e non dovuta si aggirerebbe complessivamente intorno ai 130mila euro. Gli undici “furbetti” sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Como.

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