Ora tocca alla galleria di Griante: sono stati scavati appena 70 metri

Variante Occhi puntati sul fronte nord dopo l’assicurazione sulla ripresa dei lavori a Colonno. Il “salto di montone” dove già essere finito, mentre il tunnel di servizio è fermo a 200 metri

Secondo il rigoroso cronoprogramma iniziale dei 412 milioni di euro di lavori della variante della Tremezzina, la galleria di svincolo (o salto di montone) in località Ca’ Bianca a Griante - lunga circa 280 metri - sarebbe già dovuta essere ultimata o almeno essere in dirittura d’arrivo proprio in questi giorni. Ad oggi è avanzata per poco più di 70 metri.

Per contro la galleria di servizio “Tremezzina”, lunga circa 2 chilometri e 700 metri, è avanzata per soli 200 metri prima che a novembre venisse fermato lo scavo per le alte concentrazioni di arsenico trovate nei materiali in uscita dal tunnel. Infine, la galleria principale “Tremezzina” non è stata neppure abbozzata.

L’arsenico

Di fatto si è proceduto allo sbancamento di metà terrapieno che porterà poi all’ingresso. D’accordo dunque la ripresa dei lavori a Colonno a partire dal 6 maggio - che verrà meglio perimetrata nell’incontro istituzionale di martedì a Villa Gallia e così nel sopralluogo di sabato prossimo da parte del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini -, ma a fronte di questi numeri è chiaro che il vero vulnus del cantiere della variante della Tremezzina nei mesi a venire è rappresentato proprio dal portale nord della Ca’ Bianca.

Al nostro giornate, Anas al termine delle sei ore di summit di martedì convocato presso la sede romana di Anas, ha fatto sapere che per le problematiche più difficili da risolvere è stato istituito un Tavolo “permanente” di confronto, sul modello di quello promosso martedì, per portare a soluzione le criticità che man mano emergeranno.

Ma non solo, perché secondo le notizie filtrate da Roma a maggio verrà convocato un nuovo Tavolo tra Anas e impresa proprio per individuare e condividere una soluzione per il conferimento del materiale contenente arsenico. In effetti, se la nota Anas di martedì ha portato in dote certezze sulla ripresa dei lavori a Colonno, per contro ha solo in parte dissipato i dubbi su ciò che accadrà a Griante, dove Anas e impresa dovranno necessariamente rivedersi “per acquisire ulteriori elementi e garantire la ripresa totale dei lavori”.

Martedì Anas davanti al Tavolo di coordinamento convocato a Villa Gallia potrebbe fornire importanti aggiornamenti anche su questo tema, dopo che nel summit del 10 aprile, il responsabile della Struttura Territoriale Lombardia, l’ingegner Nicola Prisco, aveva annunciato la ripresa dei lavori di scavo a Griante, con 15 camion al giorno che avrebbero conferito a Varese il materiale contenente arsenico.

Poi però la lettera del Consorzio Stabile Sis, che sanciva dal 15 aprile il fermo di quasi tutte le opere ai due portali (in primis i lavori di scavo), ha rimesso tutto in discussione. E in nessuna delle comunicazioni sin qui pervenute si è parlato di una ripresa dei lavori di scavo a Griante.

Materiali

Il tutto ricordando un aspetto di rilievo e cioè che per la sua stessa conformazione il portale nord della Ca’ Bianca non può garantire una cantierizzazione che non passi per il celere conferimento dei materiali di scavo, dati i ridotti spazi a disposizione.

E’ importante dunque che anche la “questione arsenico” trovi degna concretizzazione, considerato che l’obiettivo dal 6 maggio pare proprio essere quello di pigiare sull’acceleratore e cercare di recuperare parte del tempo perso in questi due anni e mezzo di cantiere. Il tutto ricordando anche le vicissitudini vissute dal portale nord, dopo i controlli di metà febbraio legati allo smaltimento delle acque derivanti dai processi di lavorazione. Da lì sono poi stati posti in essere gli accorgimenti del caso.

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