«Sentivo le urla di Alessio mentre cadeva»

La tragedia di Livo La testimonianza dell’amico che stava facendo un giro in moto con il ragazzo di Vercana. «Ero dietro di lui di pochi metri, appena dopo la curva l’ho intravisto mentre precipitava nella scarpata»

Una fatalità, più che un’imprudenza. Il dramma che domenica è costato la vita ad Alessio Albini, il ventiduenne precipitato in un dirupo con la moto da trial sulla montagna di Livo, assume questa connotazione dinanzi alle parole di Denny Rossini, l’amico che si trovava con lui al momento della tragedia.

La tragedia

Non era la prima volta che i due ragazzi facevano quel percorso e, dopo aver raggiunto Dangri da Vercana, hanno imboccato il sentiero che sale verso la Val di Bares: «Ero dietro alcuni metri e quando ho superato anch’io una curva, lui non c’era più: ho fatto in tempo a vedere la moto che spariva giù nella scarpata e a sentire delle urla sempre più lontane. Ho chiamato i soccorsi spiegando dove mi trovavo e l’attesa è stata terribile. Ho provato a chiamare più volte Alessio, ben sapendo che non mi avrebbe più risposto».

Un’esperienza scioccante anche per l’amico, che è rimasto lì, incredulo e spaventato, fino all’arrivo dei Vigili del fuoco e del personale del 118 a bordo dell’eliambulanza. Nessuno può dire esattamente cosa sia successo: magari un guasto meccanico o una piccola disattenzione. Comunque sia, tanto è bastato per provocare un dramma e distruggere una famiglia già duramente provata da un destino avverso.

Dieci anni fa esatti anche il padre del giovane, Angelo Albini, era rimasto vittima di un incidente, per tanti versi simile, a bordo di una ruspa. Alessio aveva voluto seguire le sue orme scegliendo di fare il muratore e dal padre aveva ereditato anche lo stesso spirito di altruismo e l’impegno a favore della comunità: lo scorso anno era stato uno dei fondatori della Pro Loco di Vercana ed era sempre molto attivo e pronto a mettersi a disposizione in ogni iniziativa promossa dall’associazione, di cui è presidente la sorella Anna.

«Un pezzo di noi se n’è andato – così lo ricordano i giovani della Pro Loco – . Non ci sono parole per un dolore così grande. Ciao Ale». Il paese intero ha accusato il colpo, come nel marzo 2015, quando un incidente in moto accaduto a Domaso costò la vita a un altro giovane del paese, Nicola Rossi, appena diciottenne. «E’ un dramma che sconvolge tutti – commenta il sindaco, Luca Aggio – Il paese è in lutto e non potrebbe essere diversamente. In questa circostanza, oltretutto, non si può fare a meno di ricordare anche papà Angelo, che rimane sempre nei nostri cuori. Certe famiglie sembrano davvero bersagliate da una sorte infausta – aggiunge il primo cittadino – e a nome della comunità non posso far altro che stringermi in un abbraccio solidale a mamma Loredana, alla sorella Anna e a tutti i parenti, ben immaginando il loro stato d’animo».

Benvoluto da tutti

Nel pomeriggio odierno sarà il momento dello straziante ultimo saluto al giovane: il rito funebre è fissato alle 15 nella parrocchiale di San Salvatore: «Con la preghiera e la cristiana solidarietà siamo vicini al dolore dei famigliari per prematura scomparsa del nostro fratello Alessio – è il messaggio della Parrocchia – . Il Signore lo accolga nella pace del suo regno».

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