Violentate al Lido, confermate le condanne

Menaggio Nel 2018 vennero aggredite due minorenni, la Corte d’Appello: fu violenza sessuale. In tre sotto accusa

Dopo i giudici del Tribunale di Como, anche per i colleghi della Corte d’Appello di Milano, nei pressi di una spiaggetta del Lido di Menaggio nella notte tra l’8 e il 9 agosto del 2018 fu consumata una violenza sessuale di gruppo ai danni di due ragazze di 17 anni che stavano trascorrendo l’ultimo giorno di vacanza sul Lago di Como.

Nessuno sconto

Al termine del processo di secondo grado, infatti, i magistrati milanesi hanno confermato le condanne che erano state inflitte a Como: una a 8 anni e due a 7 anni a carico dei tre giovani che erano finiti a processo per quell’abuso. I giudici hanno ritenuto che ai danni di una ragazza ubriaca e dell’amica che aveva cercato di proteggerla sono stati commessi due atti di violenza sessuale.

A carico di Gheorghe Rotaru, 24 anni (latitante, moldavo di origine), è stata conferma la condanna a otto anni di reclusione; sette anni invece a carico di Nicholas Pedrotti, barista di 25 anni di Chiesa in Valmalenco, e per Emanuel Dedaj, all’epoca residente a Spoleto. Un mese dopo i fatti, Pedrotti e Dedaj vennero scarcerati. Nei guai era finito anche un quarto giovane, un 26enne di Claino con Osteno che aveva guidato l’auto fino alla spiaggetta. Per lui il caso era stato riaperto dopo il primo grado, perché il giudice aveva rimandato gli atti in Procura chiedendo nuove indagini: ora la sua posizione è stata definitivamente archiviata.

Le pene chieste dal pm in primo grado, tra l’altro, erano state più basse di quelle poi inflitte dal Collegio e confermate in appello: erano infatti comprese tra i sei e i sette anni.

Insomma anche per i giudici di Milano, nell’agosto del 2018 le due ragazze minorenni furono vittime di «un’azione concertata» (così si leggeva nelle motivazioni del primo grado) da quattro ragazzi «tutti ben consapevoli di quello che stavano facendo» e che «avevano deciso di portare le due prede, contro la loro volontà presso un luogo appartato che ben conoscevano con l’evidente e comune scopo di soddisfare i loro appetiti sessuali, dirigendo le loro attenzioni in modo indiscriminato nei confronti dell’una piuttosto che dell’altra preda».

Le due vittime avevano trascorso la serata con altre due ragazze che conoscevano, ma che erano tornate prima nella casa dove stavano trascorrendo le vacanze. Secondo le accuse una delle due vittime si era ubriacata al bar, a stento restava in piedi e aveva bisogno di un passaggio. Gli imputati offrirono loro quel viaggio in auto, che si trasformò in un incubo, concluso con quello che i giudici hanno ritenuto un abuso meritevole di condanna.

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