Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Sabato 16 Luglio 2022
Frode milionaria al fisco e bancarotta: imprenditore condannato a otto anni
Albiolo Secondo la ricostruzione dell’accusa, Iva non pagata per vendere sotto costo le moto. Tre imputati, a vario titolo. Le altre pene inflitte: tre anni e due mesi, e due anni e otto mesi
Il giro della frode ruotava attorno alle moto da cross importate in Italia, che dopo una serie di triangolazioni tra società riuscivano a liberarsi dell’obbligo di pagare l’Iva, risultando in tal modo assolutamente fuori mercato rispetto a tutte le altre attività commerciali del territorio.
Una concorrenza sleale, quella che era stata messa in piedi, che creava seri danni a chi invece si comportava correttamente pagando il dovuto allo Stato.
Le indagini
Un’indagine della Guardia di finanza di Olgiate Comasco, coordinata dal sostituto procuratore Antonia Pavan, aveva però portato a scoperchiare questo giro ritenuto illegale, fino al punto di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del principale sospettato di essere l’ideatore della frode, ovvero Giovanni Angotti, 46 anni di Albiolo. Un raggiro al fisco che avrebbe toccato – secondo l’ipotesi accusatoria – la spaventosa cifra di due milioni di euro.
Il fascicolo, che tra le accuse ha finito con sommare anche quella di bancarotta, è così finito nelle scorse ore di fronte al giudice dell’udienza preliminare di Como, Carlo Cecchetti, che ha processato tre imputati (il principale sospettato e due presunti amministratori di società coinvolte nel giro illegale) tutti con il rito abbreviato.
Le condanne sono state pesanti, nonostante lo sconto di un terzo dettato dal rito scelto. Angotti si è visto infliggere una pena – per la frode al fisco e la bancarotta – di otto anni, mentre Nazareno Piras (65 anni di Somma Lombardo, sospettato di essere un mero prestanome) ne è uscito con tre anni e due mesi di reclusione e Giuseppe Tallarico (66 anni, di Valmorea) con una condanna a due anni e otto mesi. Quest’ultimo, secondo l’accusa, era amministratore di una delle società che per la procura erano in realtà di Angotti.
Prezzi fuori mercato
La vicenda era emersa, come detto, in seguito a un’inchiesta delle Fiamme gialle di Olgiate, che avevano fatto scattare le manette ai polsi di un imprenditore accusato di aver frodato due milioni di euro in tributi Iva non pagati per riuscire a vendere sotto costo moto da cross.
Un modo di agire che creava danni e concorrenza sleale a tutti gli altri imprenditori che non potevano reggere i prezzi assolutamente fuori mercato delle società che facevano capo ad Angotti, amministratore o comunque titolare di fatto di una serie di queste attività.
La vicenda era nata da alcuni controlli su diverse società di Albiolo e Bizzarone. Società che attraverso un complesso meccanismo di triangolazione finanziaria importavano da paesi dell’Unione europea moto da cross, riuscendo a evitare il pagamento dell’Iva. Così facendo, Angotti era riuscito a proporre prezzi da svendita con «effetti devastati per le imprese “corrette”». Secondo il giudice delle indagini preliminari che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare, il principale indagato sarebbe «ricorso a prestanomi a cui affidava la formale amministrazione delle società», «creando sedi legali fittizie» e «distruggendo le scritture contabili e le fatture».
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