I soldi destinati al macero: vigilante li usava per pagare

L’inchiesta Erano macchiate da vernice antirapina e incollati con lo scotch -Utilizzate per pagare il pedaggio nei caselli di Grandate e Fino Mornasco

L’indagine era partita nel febbraio del 2022 quando un dirigente di Autostrade per l’Italia si era presentato dalla Polizia stradale per denunciare una serie di anomalie che si stavano verificando nei caselli di Como-Grandate e di Fino Mornasco. Nelle casse automatiche venivano rinvenute banconote quasi sempre da 50 euro, utilizzate per pagare il pedaggio dagli automobilisti in transito, che però avevano due problematiche: la prima erano macchiate di inchiostro verde, di quello che viene utilizzato per imbrattare portavalori e valigie di contanti rubati rendendone dunque non utilizzabile il contenuto. L’altro problema riguardava banconote tagliate e ricomposte come fossero puzzle.

I ritrovamenti, da parte di Autostrade per l’Italia, erano avvenuti tutti nei due caselli comaschi e in un lasso di tempo compreso tra il 17 gennaio e il 3 febbraio del 2022. Tanto era bastato per segnalare la cosa e dare il via all’indagine, visto che il numero di transiti con quel pagamento non legittimo aveva già toccato il numero di 31, tutti con l’utilizzo di banconote da 50 euro.

La vicenda è così finita sul tavolo della squadra di polizia giudiziaria della Polstrada di Como che ha avviato una attività di riscontro che si è conclusa in queste ore con la chiusura delle indagini preliminari notificata agli indagati dal pm Simona De Salvo. Sul registro sono stati iscritti due nomi, accusati ora di peculato (in concorso, in quanto incaricati di pubblico servizio), ovvero un uomo e una donna che ai tempi in cui avvennero i fatti erano dipendenti di una società di vigilanza di Como.

L’uomo, Placido P., 46 anni di Fenegrò, era il coordinatore dell’ufficio caveau mentre nei guai è finita anche la compagna, Maria D., 42 anni. I due sono sospettati – a vario titolo – di aver tenuto e speso banconote che in realtà avrebbero dovuto essere destinate alla distruzione proprio in quanto macchiate o comunque tagliate, soldi che al contrario sarebbero stati riutilizzati dopo essere stati recuperati e in alcuni casi anche ricomposti con dello scotch.

La Polizia Stradale di Como, dopo aver sentito anche la società presso cui i due lavoravano – il ruolo principale, secondo l’ipotesi investigativa, sarebbe stato compiuto dall’uomo – avrebbe riscontrato anomalie su due consegne di contanti destinati al macero, la prima da 30 mila euro, la seconda da 35 mila. Non si conosce però l’eventuale importo di contanti finito nelle mani dei due sospettati, le verifiche al momento riguardano circa 10mila euro. Questa, tra l’altro, è per ora la tesi dell’accusa. Gli indagati avranno ora il tempo – tramite l’avvocato Giuseppe Fadda – di fornire una versione dei fatti alternativa, cercando di convincere la procura della loro estraneità ai fatti. Il collegamento tra le banconote e i sospettati era stato fatto con le immagini delle telecamere posizionate alle barriere .

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