Il cardinale ai sacerdoti: «Non dimenticate che la chiesa è viva»

Uggiate con Ronago Incontro a sorpresa del vescovo con quaranta preti anziani della Diocesi comasca. L’accoglienza della Terza età e della Rosa d’oro

« Questa è una comunità accogliente»: si compiace il vescovo di Como, cardinal Oscar Cantoni che ieri, ad Uggiate, ha incontrato più di 40 preti anziani, provenienti da diverse parti della Diocesi. «Un incontro di fraternità », sottolinea il cardinale, accompagnato dal vicario generale monsignor Ivan Salvadori e dal delegato vescovile per il clero anziano don Francesco Saccomanni.

«La gente ci vuole bene»

E che accoglienza: i volontari del Centro terza età, le volontarie della “Rosa d’oro” offrono colazione, pranzo e soprattutto cordialità come sono capaci solo loro e, durante la messa solenne, il cardinale noterà la presenza di parrocchiani, corale, organista, luci e fiori, sacrestani a far da chierichetti, associazioni, tutti segni del bene che la comunità vuole ai preti. Lo dice il rettore del Santuario della Madonna del Soccorso, don Sergio Tettamanti, già parroco di Ronago. Conclude così la sua magistrale meditazione sulla vecchiaia: «La gente ci vuole bene, ci accoglie e ci viene incontro» e vale per tante comunità parrocchiali o pastorali nelle quali i preti hanno speso la vita.

Ed ora? «Non sia turbato il vostro cuore», insiste il cardinale, nell’omelia della messa arricchita da tanti simboli. Uno per tutti: sono donne a leggere epistola, salmo responsoriale, preghiere dei fedeli da loro stesse composte e ad accompagnare i preti malfermi.

Rappresentano così tutta la sollecitudine donata alle comunità parrocchiali e quanto i preti siano loro grati.Che cosa mai turberà gli uomini di Dio che hanno compiuto la loro missione? «Le ferite che attendono un risarcimento e che Dio ha già perdonato», cita monsignor Cantoni. «La fatica, le prove, la stanchezza, le delusioni», cita ancora. E poi: «Questi tempi di transizione e di incertezza», ma anche le colpe che qualcuno si attribuisce, come quella di non aver accolto con misericordia o come quella di non aver condiviso scelte, ma di averle imposte».

«Non sia turbato il vostro cuore», ripete il cardinale ed è come dire: «Non rimuginate sul passato: la parola di Dio cresce con dinamiche che solo Dio conosce e il Suo braccio non s’è rattrappito, il Suo volto è sempre benevolo».

Collaborare alla crescita

Sono tutti vestiti di bianco, celebranti, preti sull’altare e preti nei banchi e il vescovo accenna alla chiesa di Como che non vuole nostalgie, perché è «una chiesa viva, una chiesa santa» ed è fatta da testimoni di bene.

Dopo l’elevazione, monsignor Carlo Calori scandisce ad uno ad uno i nomi dei preti morti negli ultimi anni; ogni nome è un rintocco di campana da accompagnamento alla Resurrezione e sono cinque minuti lunghissimi e toccanti che rievocano le parole del vescovo: «In paradiso, ci sorprenderemo per tutto il bene seminato sulla terra – afferma – anche a prezzo di fatica e di lacrime». Chiede di «collaborare alla crescita della chiesa comense, pregando per nuovi operai che vi immettano coraggio e modalità nuove». E l’alleluja invade ogni angolo della chiesa di Uggiate.

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