Chi si rivede? Il morbillo. I casi sono in forte aumento

La malattia Secondo l’Oms la situazione in Europa è «preoccupante». Poche le segnalazioni in Italia. L’infettivologo: «La vera arma è il vaccino»

Negli ultimi mesi in Europa si è registrato un forte aumento di casi di morbillo. Una crescita definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) preoccupante. Al momento in Italia la situazione non sembra preoccupare gli specialisti, ma è importante ricordare che si tratta di un virus molto contagioso.

«Nel 2023 l’Oms ha ricevuto segnalazioni di 42mila casi – conferma Luigi Pusterla, primario delle Malattie Infettive di Asst Lariana -. I casi sono aumentati di circa 45 volte rispetto a tutto il 2022 quando ne erano stati segnalati 942. Al momento i dati in Italia non sembrano destare particolare preoccupazione, fino al settembre dello scorso anno sono stati segnalati 12 casi, di cui tre in Lombardia».

Agente eziologico del morbillo è un virus del genere morbillivirus (famiglia dei Paramyxoviridae). È una malattia estremamente contagiosa che colpisce generalmente i bambini tra 1 e 3 anni, per questo viene detta infantile, ma in caso di assenza di copertura immunitaria può colpire tutte le età. «È una malattia che si trasmette solo nell’uomo – aggiunge lo specialista - I malati vengono isolati nel periodo di contagio. Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi, la possibilità di ammalarsi di nuovo è estremamente rara». La sua frequenza si è ridotta nel tempo grazie alla vaccinazione, ma come visto, negli ultimi anni si è verificata una ripresa dei contagi anche in Europa.

Ma che cos’è nello specifico il morbillo? «È una malattia infettiva del sistema respiratorio – prosegue Pusterla - Si trasmette per via aerea e chi la contrae diventa contagioso circa tre giorni prima dei sintomi e fino a una settimana dopo la comparsa dell’esantema su buona parte del corpo». La malattia, oltre all’esantema cutaneo e congiuntivite, causa anche tosse, raffreddore e febbre alta, che solitamente raggiunge valori fino ai 40 °C. «Solitamente la diagnosi si fa solo per osservazione clinica – aggiunge il medico - Eventualmente si possono ricercare nel siero degli anticorpi specifici diretti contro il virus del morbillo, dopo 3 o 4 giorni dall’eruzione. Non esiste una cura specifica. Si possono trattare i sintomi ma non la causa, quindi, paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per calmare la tosse, gocce per gli occhi. Esiste un rischio di prematurità per i bambini che hanno la madre infetta durante la gestazione. La vera arma che abbiamo a disposizione è la vaccinazione».

Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni. La contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo l’eruzione cutanea, ed è massima tre giorni prima, periodo che coincide con la febbre. «Il morbillo è una delle malattie più trasmissibili – precisa -una persona con il morbillo può contagiare fino a 16 persone. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria».

Nel 10-15% dei casi possono insorgere delle complicanze di varia tipologia e intensità. «Le complicanze respiratorie sono le più frequenti – dice Pusterla - con otiti, laringiti, broncopolmoniti batteriche e polmoniti interstiziali. Le complicanze neurologiche sono più rare ma possono essere anche gravi, tra queste l’encefalite acuta, l’infiammazione dell’encefalo e la panencefalite sclerosante subacuta». Si stima che la mortalità della malattia, di solito causata dalle complicanze, sia dell’ordine di due casi su mille nei paesi sviluppati. «L’ Oms ha quindi innalzato la guardia – sottolinea il medico - perché un incremento significativo dei casi rimane sempre collegato ad incremento di complicanze e morti soprattutto perché è una malattia altamente contagiosa».

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