Dal mare ai grandi laghi, quando l’acqua uccide

L’emergenza Sono circa 400 le vittime di annegamento ogni anno in Italia. Il soccorritore: «Spesso è questione di sbalzi termici, ma ci sono altri rischi»

Ogni anno, in Italia si registrano circa 400 persone vittime di annegamento e circa il doppio quindi 800 quelle ricoverate a seguito di problematiche riconducibili ad annegamenti non fatali o semi annegamento. In ambiente marittimo, sono circa 60 mila i salvataggi sulle spiagge e più di 600 mila gli interventi di prevenzione da parte dei bagnini. Anche il nostro lago, purtroppo, non è esente da tali eventi, anzi è frequentemente scenario di incidenti anche drammatici.

Questi numeri sono stati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, e sono contenuti nel primo rapporto dell’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti ed incidenti in acque di balneazione. «Durante le giornate al lago, al mare o in piscina – spiega Marco Paiella, responsabile del 118 di Como - è necessario porre molta attenzione a quando ci si immerge in acqua. La differenza di temperatura tra esterno ed ambiente acquatico può essere di parecchi gradi. Lo sbalzo termico può causare uno squilibrio a carico del sistema cardio circolatorio che può portare a perdita di coscienza ed all’arresto cardiaco, shock termico».

Il consiglio dello specialista è quello di entrare gradatamente in acqua, immergendo progressivamente il corpo, in modo che l’organismo umano riesca a adattarsi alla variazione termica tra ambiente esterno ed ambiente acquatico e recepire così in modo graduale lo sbalzo termico. Aspetto, che può sembrare ai più banale, ma non lo è affatto, è quello di immergersi in acqua solamente se si è in grado di saper nuotare.

«L’alimentazione è un altro aspetto importante – prosegue Paiella – bisogna mantenere una adeguata distanza dai pasti, fino ad astenersi da attività natatoria o balneazione se si sono effettuati pranzi copiosi e ricchi di grassi. Se sono stati assunti alcolici bisogna evitare di fare il bagno. Gli alcolici, infatti, possono avere un effetto stordente con una ridotta capacità dell’organismo di reagire anche dal punto di vista dello stato di coscienza». Il consiglio così è quello di prediligere pasti leggeri se si vuole trascorrere una giornata al mare, al lago o in piscina.

Anche i tuffi, soprattutto per i più giovani una pratica divertente da condividere con gli amici, possono rivelarsi pericolosi. Un’accortezza da seguire è quella di verificare bene il luogo scelto. «Un fondale troppo basso o aree con rocce possono rivelarsi pericolose – dice ancora il medico -. Il rischio è di farsi male, con gravi traumi della colonna che possono provocare lesioni permanenti al midollo».

Quando si assiste ad episodi di malori o incidenti in acqua il comportamento da seguire è quello di chiamare il numero unico per le emergenze 112. «Per quanto riguarda il soccorso sul lago bisognerebbe avere la consapevolezza di come si fa ad arrivare a quella spiaggetta o a quel luogo – dice – importante per aiutare i soccorsi nella localizzazione aver scaricato l’app Where Are U che consente di effettuare una chiamata di emergenza con il contestuale invio della posizione esatta del chiamante, questo per consentire al sistema una precisa e tempestiva localizzazione di dove ci si trova». Il soccorso in questi casi, infatti, può arrivare via terra, acqua o cielo, quindi le coordinate sono fondamentali per l’arrivo tempestivo dei sanitari. Sul sito di Areu (www.areu.lombardia.it) sono disponibili tutte le informazioni sull’app per l’emergenza.

Se la persona colta da malore è stata portata a riva ed è incosciente è comunque necessario chiamare l’112 e in attesa dell’arrivo dei soccorsi iniziare le manovre salvavita, seguendo le indicazioni dell’operatore della sala operativa del 118.

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