Giubiana, la Pro Cantù si scusa
«Anticipata a causa del freddo»

L’associazione: «Bambini al gelo mentre il nevischio stava rovinando i costumi. Baristi delusi? Lavoriamo anche per loro, che però ci sostengono ben poco...»

La Giubiana giovedì sera è bruciata bene e in gran fretta, pure troppa, il che dovrebbe garantire un’annata serena.

E invece è scoppiata una vera e propria tempesta, che vede il sindaco Claudio Bizzozero minacciare di assegnare l’organizzazione dell’evento, da sempre a cura della Pro Cantù Cantù, a un altro sodalizio ritenuto da lui più meritevole del compito se questa non cambierà presidente.

Colpa dell’attuale, Pasquale di Stefano, essere troppo poco canturino. Non chiamarsi Molteni o Cappelletti. Mentre loro, gli organizzatori, si scusano, perché sono i primi dispiaciuti per l’accaduto. Mai come quest’anno il tradizionale rogo che serve a scacciare le negatività e propiziarsi una buona annata è stato seguito da una lunga coda polemica.

Giovedì sera, infatti, i tempi sono stati un po’ anticipati rispetto al programma, che voleva la pira accesa alle 21.30, così molti sono rimasti delusi perché giunti sul crinale si sono trovati di fronte già al finale, i fuochi d’artificio.

«È vero – ammette il vicepresidente della Pro Cantù Sandro Pifferi – siamo spiaciuti per tutti coloro che non sono riusciti a vedere il falò e ci scusiamo. La serata era davvero fredda e c’erano molti genitori con bambini piccoli, arrivati in piazza fin dalle 20.30 per assistere alla sfilata. Abbiamo deciso quindi di accelerare un po’, quando abbiamo visto che cominciava a nevicare, altrimenti sarebbero gelati».

Senza contare che rimanere sotto i fiocchi ghiacciati avrebbe creato anche dei problemi tecnici, perché si potevano rovinare i preziosi costumi dei figuranti.

E già l’anno passato, per lo stesso motivo, la Pro Cantù dovette poi pagare diverse centinaia di euro. Non l’ideale visto che i seimila euro di costi della manifestazione sono coperti in massima parte dal sodalizio stesso con qualche sponsor.

Ma proprio non sono andate giù le critiche arrivate da alcuni baristi del crinale, delusi per la serata rovinata e gli incassi decurtati: «Questo non lo accetto – dice fermo Pifferi -. Se davvero contano tanto sulla Giubiana che la sostengano. E invece, salvo rare eccezioni, con l’aiuto che otteniamo dai locali non solo non si potrebbe organizzare la manifestazione, non si potrebbero acquistare nemmeno le torce per accendere il grande falò».

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