I “ 20” di passione. Como-Cittadella è tra i capolavori

Calcio La partita di mercoledì va nella galleria dei 20 incontri più emozionanti della storia azzurra

È stata una partita pazzesca. Como-Cittadella è sicuramente entrata nella galleria delle meraviglie azzurre. Una partita indimenticabile. Che tra venti, trent’anni sarà ancora ricordata dai tifosi. Lo hanno capito tutti, che è successo qualcosa di speciale. Chi c’era, al Sinigaglia, ma anche chi era davanti alla tv. Sono cose che non si possono spiegare. Sono quelle partite in cui si crea un clima speciale, in cui tutti gli spettatori sembrano uniti da un vincolo di amicizia o di parentela, in cui la tensione ti annacqua le corde vocali, quelle in cui vorresti cantare a più non posso, ma c’è qualcosa che ti frena, che abbassa il tono della tua voce.

Mitiche

Quelle partite in cui, andarci, è partecipare a un rito collettivo, quelle in cui, quando ti incammini verso casa, pensi “Io c’ero”; quelle in cui la squadra sembra un tuttuno con gli spettatori; quelle in cui un gol negli ultimi minuti fa saltare la gente come impazzita, quelle in cui all’ingresso dello stadio la gente si saluta e si abbraccia come a una festa di compleanno. Quelle in cui i bambini hanno una espressione beata come davanti all’albero di Natale. Quelle in cui i tifosi si inventano qualcosa, una coreografia, un spettacolo, per ricordare a tutti che non è una partita normale; quelle in cui comincia a piovere, a diluviare, ma nessuno sente le gocce, anzi, se le sente, sono una doccia benedetta. Como-Cittadella ha avuto tante di queste caratteristiche, tutte insieme. Ed è per questo che ci sono venute in mete tante altre partite che hanno avuto molte, se non tutte, queste sfumature. Tutte partite che sono rimaste nel cuore e nella mente dei tifosi che c’erano. E che assomigliano tanto a quella di mercoledì, dove non si sa per quale razza di motivo a un certo punto ti viene una insospettabile voglia di piangere. Di gioia? Di malinconia? Boh, forse tutte e due.

Elenco

Abbiamo messo insieme altre diciannove partite storiche della storia azzurra. Un elenco difficile. Lo diciamo subito: molti non saranno d’accordo, molti avrebbero messo una partita al posto di un’altra, ma proprio qui sta il bello. Non è una formula matematica. E’ un istinto che viene dal cuore. E noi, a tutti quelli che vogliono dire la propria sul tema, apriamo un sondaggio sul web. Quale partita avreste aggiunto a questo elenco?

Noi abbiamo messo Como-Inter del 1951, perché era il miglior Como di A, quello che batteva gli squadroni, la Juve, il Milan e veniva accolto dal grido Italia-Italia. Abbiamo messo la doppietta di Cappellini a Como-Verona 1975, perché quel giorno volava tanta carta come in Argentina, e la gente era pigiata pigiata che non ci stava uno spillo. Abbiamo messo il 2-2 con la Juve all’inizio del campionato di A successivo, perché quella Juve era la Nazionale, era la prima del Como in casa, diluviava, e tutti credevano che il Como ne potesse prendere quattro. E invece vinceva sino al 90’. E poi due vittorie con l’Inter, il 3-0 del 1975, ma soprattutto l’1-0 con l’Inter scudettata, con la bomba di Lombardi che fece impazzire un pubblico di nuovo in A che non avrebbe mai sperato in una cosa del genere. E in quel campionato, Como-Bologna della salvezza, con il gol di Galia, ancora sotto l’acqua, in uno sprint salvezza drammatico. E, ancora, il successo con il Milan in B, con gol di Palanca e la partita con la Cavese del 1984 sotto il diluvio (ancora!) che sancì la promozione in A, con la gente che saltava e ballava inzuppata d’acqua.

Neve

E la neve, quella di San Siro (0-2) con il Milan, e quella con la Juve in Coppa Italia (1-0), tutti in fila nelle strade del centro verso il Sinigaglia, nel buio, attratti dai riflettori come da una stella cometa. Che vittoria incredibile con la zuccata di Corneliusson. E poi la semifinale, la notte di Como-Sampdoria sospesa per accendino, un cui avevi la sensazione che tutta la città, 90mila abitanti (allora) fossero tutti allo stadio.

E quel giorno in cui il Como festeggiò la salvezza e il Milan lo scudetto? Nel 1988, in uno stadio stracolmo di tifosi rossoneri, ma con un clima di fratellanza che unì le due feste. Poi le sfide con la Spal, quella di Verona e l’incredibile successo 3-6 a Ferrara (1996) nella semifinale che fece immaginare (a chi non c’era) che la partita fosse finita ai supplementari o ai rigori!

Le altre

E poi la finale di Coppa Italia con la Nocerina nel 1997, altro diluvio, altro successo roboante, 4-0 dopo aver perso l’andata 2-0 con un baby Zambrotta strepitoso. Playoff contro il Livorno, quando la “calata” (la moda di allora dei tifosi di correre verso l’inferriata al gol: oggi non si fa più per via dei maledetti inutili seggiolini) fu stile la Kop del Liverpool Anni Settanta o la Bombonera di Buenos Aires. E infine le due rinascite dai fallimenti, le promozioni in B del 2015 a Bassano e quella contro l’Alessandria nel 2021, quel giorno in cui lo stadio era vuoto, ma la gente era ugualmente tutta lì.

Molti di voi avrebbero inserito altre partite? Sicuro. Tipo Como-Cremonese 1-0 con il debutto della Curva Azzurra, o Como-Livorno del 1997, un 2-0 sotto il nevischio di Pasqua, dove la grinta e la volontà poterono di più della classe. Partite indimenticabili. Como-Cittadella ora è appesa in questa galleria di capolavori: venghino, siori, venghino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA