Altri presidi in pensione, è allarme. Le scuole rischiano di restare senza

Istruzione A fine anno lasciano Peverelli (Setificio) e Campisano (Caio Plinio), poi altre tre. Il sindacato: «Una situazione che preoccupa»

Cambia la generazione dei presidi nelle scuole superiori in città: nell’arco di due anni, saranno almeno quattro i dirigenti scolastici ad andare in pensione. Due lo faranno già al termine di questo anno scolastico: si tratta di Roberto Peverelli del Setificio, reggente anche dell’Ic di Asso e Silvana Campisano, attualmente alla guida sia del Caio Plinio che dell’istituto comprensivo Como Rebbio. Il turno successivo dovrebbe essere quello di Vincenzo Iaia, del Ciceri e di Nicola D’Antonio del Giovio. Anche Angelo Valtorta, del Volta, maturerà i requisiti per andare dal settembre 2025, ma potrà decidere di rimanere fino ad altri tre anni. La sensazione è che nessuno sia particolarmente entusiasta di lasciare, tant’è che ci sono stati dei tentativi per prolungare la propria esperienza, alcuni andati a buon fine, altri no.

Un passaggio inevitabile

Come detto, tra chi è già certo di essere al termine del percorso nel mondo della scuola c’è Roberto Peverelli. «Avevo chiesto di essere trattenuto ancora un anno, ma la richiesta non è stata accolta, non posso fare altro che accettare – spiega il preside, che con queste parole fa intendere il proprio rammarico -. Fino all’anno scorso le richieste venivano accolte, mi spiace che la contingenza non giochi a mio favore. Sono dispiaciuto, avrei fatto volentieri un altro anno». Anche Campisano ha confermato il fine carriera, mentre Iaia si dice proiettato a fare ancora un altro anno scolastico. D’Antonio non raggiunge tutti i requisiti, «per fortuna» dice lui, e quindi può proseguire. Lo stesso Valtorta. Un passaggio inevitabile quello dei pensionamenti, considerando l’età anagrafica degli attuali dirigenti, ma che segnerà una piccola rivoluzione nell’istruzione superiore comasca. Per quanto riguarda i nomi di chi subentrerà, al momento non ci sono ancora notizie a riguardo perché, come spiegano dal provveditorato, i movimenti dei dirigenti scolastici si fanno verso la fine di giugno e inizio luglio. C’è comunque molta preoccupazione, considerando che i tre che andranno in pensione nella provincia comasca (oltre a Campisano e Peverelli a Como andrà anche Davide Marrazzo, preside del Romagnosi di Erba e reggente dell’Ic di Pusiano) sono tutti reggenti e quindi lasceranno scoperte sei tra scuole e istituti comprensivi. Inquietudini confermate anche dai sindacati.

L’incontro co il provveditore

«C’è stato questa mattina (ieri, ndr) un incontro con il provveditorato a cui erano presenti i sindacati – conferma Maddalena Trotta, segretaria generale Flc Cgil di Como -. Vanno in pensione tre presidi ma liberano sei scuole, perché avevano la reggenza. Prepariamoci a una serie di reggenze anche l’anno prossimo. Il problema è che poi i nominati non scelgono Como. Siamo tutti molto preoccupati di questa situazione e la soluzione ovviamente non può essere nei ridimensionamenti. Di concorsi ordinari non se ne parla, ora vediamo con il concorso riservato che sarà espletato per il 2025, augurandoci che chi lo vince scelga Como». Perché molti non optano per la nostra città? «Credo che sia perché Como è cara – conclude Trotta -. Se i presidi vengono da fuori provincia, hanno gli stessi problemi dei docenti: caro vita e costi degli affitti troppo alti. Sarà un bel problema».

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