Turismo e servizi, due facce della stessa medaglia: il confronto tra l’estate comasca e quella ticinese

L’approfondimento I problemi dei treni, dei pullman e della Navigazione stanno segnando i mesi estivi a Como. Ma non in Ticino. L’analisi di Michele Foletti, sindaco di Lugano: «Il trasporto pubblico è essenziale per chi viene in vacanza»

In fondo turismo e servizi sono due facce della stessa medaglia. E non è un caso se il tallone d’Achille di una stagione senza eguali quanto a presenze e pernottamenti, su questo ramo del lago di Como, sia rappresentato dai bus di Asf stracolmi e dagli aliscafi alle prese a luglio con un incredibile serie di problemi tecnici.

Per capire com’è la situazione sul Ceresio, sponda ticinese, il miglior punto d’osservazione non può essere che Lugano, che sicuramente vanta numerose analogie, soprattutto in fatto di accoglienza a cinque stelle, con il nostro lago.

Da qui la chiacchierata con il sindaco Michele Foletti, partendo da un’istantanea sull’andamento di una stagione che punta a migliorare il dato dello scorso anno, dopo l’exploit dell’estate 2020 e soprattutto dei mesi tra giugno ed agosto dell’anno successivo, il 2021.

Qual è la situazione, sindaco Foletti?

«Siamo in linea con i numeri dell’ultimo anno pre-pandemia, il 2019. C’è una moderata soddisfazione. E’ chiaro che in mezzo ci sono stati due anni in cui la paura di viaggiare e le restrizioni alle frontiere hanno incrementato notevolmente i dati a nostro favore. Con la riapertura totale delle frontiere, le dinamiche sono mutate lo scorso anno. Anche gli svizzeri hanno ripreso a viaggiare e questo ha inciso sui dati sia a livello federale che per quanto concerne il nostro Cantone e Lugano. Confidiamo in un ulteriore miglioramento dei dati soprattutto rispetto a due mercati, quello asiatico e quello dei Paesi del mondo arabo».

Su questo lato del confine e, nel dettaglio, sul lago di Como i grandi numeri legati a presenze e pernottamenti devono fare i conti con i bus presi d’assalto e con le traversie che stanno vivendo i collegamenti veloci (leggasi aliscafi) via lago. Com’è la situazione a Lugano?

«Sicuramente il completamento di Alptransit - mi riferisco ai collegamenti ferroviari interni alla Svizzera - ha giovato notevolmente alla nostra causa, soprattutto per il turismo di giornata. Lo notiamo settimanalmente attraverso le offerte legate alla Navigazione, alle funicolari o alle diverse manifestazioni in essere, che - a fronte di condizioni meteo favorevoli - possono contare in modo importante anche sui turisti “di giornata”, che - esempio calzante - da Zurigo in due ore raggiungono Lugano ed hanno un’intera giornata a loro disposizione in città. C’è però un tema che ci riguarda e che vi riguarda che resta un nodo in larga parte irrisolto».

Si riferisce al completamento di Alptransit a sud di Lugano?

«Proprio così. So che l’argomento è stato oggetto di approfondimento istituzionale anche sul vostro territorio. Il concetto è molto semplice. Da Zurigo a Lugano i collegamenti ferroviari sono efficienti e per arrivare da noi, partendo da Zurigo, occorrono meno di due ore. Per contro, per arrivare a Milano i tempi di percorrenza sono attorno all’ora e dieci minuti. E’ chiaro che il problema si pone. Spero e mi auguro che con i fondi del Pnrr, attraverso anche l’attenzione che Regione Lombardia sta dedicando all’argomento, i tempi di percorrenza, conseguenza diretta degli interventi volti a eliminare gli intoppi sul tracciato ancora presenti».

Se la ferrovia è accompagnata da ottime referenze, per raggiungere Lugano bisogna fare i conti con code e tempi di percorrenza dilatati dal Gottardo in giù. Anche lo scorso fine settimana il portale nord del Gottardo - direzione sud - ha fatto i conti con 14 chilometri di coda e 2 ore e mezza d’attesa. Si può fare qualcosa per migliorare la situazione?

«La A2 è un’autostrada di forte transito, rappresentando il principale collegamento nord-sud delle Alpi. Da Amburgo in poi tutti transitano dal Canton Ticino per raggiungere l’Italia. E’ chiaro che le code al Gottardo stanno portando in dote problemi a cascata per chi poi deve raggiungere le varie località (anche) del nostro Cantone. Ci sono i lavori per il “secondo tubo” in essere. Difficile oggi trovare una soluzione».

Tornando a Lugano, la presenza di qualificati hotel a cinque stelle fa somigliare, per larghi tratti, la vostra realtà a quella del lago di Como. La vocazione di Lugano resta dunque il turismo d’elite?

«Con i costi e soprattutto con i prezzi che abbiamo in Svizzera, diventa difficile avere un turismo di massa. Non può certo reggere da noi la tipica proposta “all inclusive”.

Il target è molto alto e di anno in anno è rimasto tale. Ripeto, non è ancora ripreso appieno il filo diretto con alcuni mercati, come i Paesi del mondo arabo, che con Lugano hanno avuto storicamente un rapporto molto stretto. Sono Paesi i cui ospiti hanno una capacità di spesa molto elevata. E’ chiaro che, per rimanere in tema, gli alti costi dell’offerta sono una conseguenza diretta anche degli alti costi indotti dal sistema svizzero».

La Regio Insubrica può rappresentare un canale importante per incentivare la promozione turistica transfrontaliera?

«Sì. Peraltro c’è già stata, lo scorso inverno, una condivisione sulla promozione delle attività legate al Natale, che ha visto un proficuo giro di opinioni tra sindaci, tra cui - cito - Varese e Cernobbio. Le proposte natalizie sono per noi di grande interesse. Se ci sarà la possibilità di creare sinergie, faremo la nostra parte, includendo nel ragionamento anche eventuali iniziative in ambito culturale che qualificano la proposta della Regio Insubrica. Un canale di dialogo è aperto in questa direzione anche con Regione Lombardia. Spero che qualcosa possa essere portato a degno compimento. Occorre però che da parte di tutti ci sia lo sforzo a guardare oltre il proprio giardino di casa. Difficile avere benefici immediati su questo tipo di iniziative».

Tornando ai bus di linea ed alla navigazione, le problematiche sul nostro lato del confine vanno dagli autisti (dei bus) che mancano, ai sette mezzi veloci della NaviComo per due settimane fermi ai box, ai turisti lasciati a piedi perché il pullman è stracolmo. Istantanee che certamente a Lugano non si registrano. E’ così?

«Lo è per motivi diversi, primo fra tutti il fatto che la Navigazione non è utilizzata dai pendolari, ma si tratta di un servizio prettamente turistico.

Noi abbiamo un punto di forza rappresentato dalla “Ticino Card”, che permette a tutti quelli che pernottano in un albergo di utilizzare i trasporti pubblici gratuiti su tutto il territorio cantonale oltre a prezzi scontati sui trasporti di tipo turistico. Normalmente chi viene in vacanza da noi ha orari differenti rispetto a quelli dei pendolari. Non registriamo particolari difficoltà. Anzi c’è un’ottimizzazione del trasporto pubblico. Nel senso che il servizio è ben modulato sulle esigenze di residenti e turisti».

C’è qualche nuova iniziativa all’orizzonte in fatto di trasporto pubblico?

«Rispondo dicendo che stiamo lavorando con la Navigazione e il Cantone per vedere di riuscire a introdurre delle corse che possano essere utilizzate dai lavoratori. Si tratterà di corse dedicate sull’asse Porlezza-Lugano che avranno altre dinamiche rispetto alle corse turistiche. La riteniamo un’iniziativa utile per cercare di sgravare dal traffico la nostra città. E’ chiaro che il dialogo con i vostri partner territoriali sarà in qualsiasi momento ben accetto».

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