Cos'è una città che si ferma

Si possono avere anche più di 80mila abitanti ed è possibile perdere di vista cosa sia una comunità. Succede, quando i confini si stingono, come i contatti in una vita sempre più pendolare.

Ma quando se ne va un personaggio solido e buono, un uomo che amava la famiglia, l'arte e la cucina, quella sancita dalla tradizione come i bruscitti, una città può essere numerosa e a volte distratta, eppure si deve fermare.

Si ferma, Busto Arsizio, a salutare Luigi Toia. Si ferma, e viene evidenziato nell'omelia durante il funerale nella basilica di San Giovanni, perché vuole abbracciare lui e la sua famiglia. Perché vuole dire grazie all'ex Regiù della Famiglia Bustocca e al Gran Maestro del Magistero dei Bruscitti. Al dentista che sapeva tranquillizzare i bambini. All'uomo che, semplicemente, "ha reso sempre felice sua moglie" ed è stato un esempio saldo per i suoi figli.

Busto si è fermata per esprimere la riconoscenza. Per ricordare chi è - non, è stato - Luigi Toia. E per cercare, anche nel suo nome, di ricordare cosa sia essa stessa, una comunità che si sa ritrovare in un mondo troppo di corsa.

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