Nascono le bottiglie-lampadina
per dare luce alle baraccopoli

Dal Kenya arriva anche una lezione ecologista che però tradisce la condizione di povertà in cui vivono milioni di persone che non possono neppure permettersi un po' di energia elettrica per illuminare le case. Così nasce il progetto delle bottiglie-lampadina

A volte basta poco per aiutare chi non ha nulla. Ma può essere uno stimolo ad aiutare i più poveri del mondo.
Così si arriva a usare bottiglie di plastica da 2 litri riempite di acqua e candeggina e utilizzate come lampadine per far fronte all'assenza di corrente elettrica negli slum di Nairobi.
Si tratta di una iniziativa promossa a Korogocho, una delle maggiori baraccopoli della capitale kenyana, dal gruppo giovanile locale Koch Hope e che interesserà nella fase sperimentale circa 2mila case in lamiera. L'obbiettivo del gruppo, che ha già collocato le prime "lampadine" è di riuscire ad attirare donatori che possoano far estendere il progett

Il sistema non è nuovo. Si chiama "bottle as light bulb", fu scoperto nel 2002 in Brasile ed è stato adottato in tutto il mondo da migliaia di persone che non possono permettersi nelle proprie case energia elettrica o altre fonti di luce come le candele. La bottiglia di acqua e candeggina fissata ad un fessura ricavata sul tetto, infatti, rifrange la luce esterna all' interno dell'abitazione con la stessa potenza di una normale lampadina di 50 o 60 watt.

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