La Nasa ha scoperto nuovi pianeti
su cui potremmo abitare

L’astrofisico comasco Corrado Lamberti spiega l’importanza della scoperta

La Nasa ha scoperto tre pianeti su cui potremmo abitare. Ci pensate? Abitare fuori dalla Terra! La notizia ha fatto il giro del mondo e allora ci siamo detti: perché non intervistare chi di questo argomento sa molto? Detto fatto, abbiamo “arruolato” l’astrofisico comasco Corrado Lamberti.

Professore, cosa rappresenta la scoperta per l’umanità?

La scoperta è importante per un paio di motivi. Il primo è la conferma della teoria che stelle nane rosse come la TRAPPIST-1 possano ospitare sistemi di pianeti strutturati, come quello scoperto. Il secondo è che la stella è vicina a noi (40 anni luce è una distanza piccola sulla scala astronomica): il che ci rende ottimisti sul fatto che si possano studiare agevolmente i parametri di quei pianeti con gli strumenti già operativi, come il Telescopio Spaziale “Hubble”, ma soprattutto con quelli futuri.

Si conosce il tipo di stella al centro del nuovo sistema?

Le nane rosse sono note per riversare nello spazio flussi di radiazioni che sarebbero micidiali per tutte le eventuali forme viventi dei loro pianeti. Finirebbero con lo sterilizzarli. Inoltre, sotto l’influenza continua di queste radiazioni i pianeti potrebbero subire la rimozione della loro atmosfera. La TRAPPIST-1 è una stella giovane (meno di un miliardo d’anni d’età) e al momento non sembra attiva, ma quello che è successo in passato non lo sappiamo né possiamo prevedere il futuro.

Come si sa dell’acqua in questi pianeti? Quanto ci vorrebbe per adattare la loro atmosfera alla vita umana?

L’estrema vicinanza alla stella (il più lontano dei sette pianeti dista dalla sua stella solo un sesto della distanza che separa Mercurio dal Sole) implica che i pianeti potrebbero rivolgere sempre la stessa faccia alla stella, come la Luna con la Terra, col risultato che un emisfero sarebbe molto caldo mentre l’altro gelido. Bisogna attendere il risultato di nuove ricerche, già programmate. Se le atmosfere ci fossero e in esse tracce di vapor d’acqua, o di composti come metano o ossigeno, i pianeti potrebbero essere potenzialmente abitabili. Finora, queste prove non le abbiamo.

È possibile l’esistenza di forme aliene? Come si potrebbero avvicinare?

Bisogna essere molto cauti e realistici. Tre dei pianeti scoperti si trovano nella “fascia di abitabilità”, dove l’acqua può scorrere in superficie. L’acqua è fondamentale per la vita sulla Terra e anche altrove nell’Universo. Ma l’acqua non basta. Serve anche un’atmosfera che la trattenga e che, al contempo, protegga le forme viventi da radiazioni nocive,servirebbe anche un campo magnetico, come quello terrestre, che, deviandole, fa da scudo.

Con la collaborazione di Camille Martins e Jacopo Rinaldi, 17 anni

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