La Procura: caccia ai veleni
sotto il nuovo ospedale

Mentasti: <Sconcertato. Il mio impegno è per la sicurezza>

Asl e Arpa si dicono pronti ad andare a caccia di veleni sotto il nuovo Sant'Anna e la procura di Como ha deciso di ieri di mandarceli. Il pubblico ministero Giuseppe Rose, titolare dell'inchiesta sul traffico di rifiuti tossici che coinvolge la Perego Strade, forse già oggi chiederà all'Azienda sanitaria locale, all'Agenzia regionale per l'ambiente e ai vigili del fuoco di effettuare controlli e carotaggi per verificare quanto dichiarato dagli ex dipendenti della società di trasporto terra di Cassago Brianza: ovvero che nel cantiere del nuovo ospedale siano stati gettati rifiuti proibiti.
Sia l'Asl, per il tramite del direttore Roberto Antinozzi, che Arpa, per voce del numero uno comasco Maria Teresa Cazzaniga hanno affermato: «Siamo a disposizione della procura, se ci chiederanno degli accertamenti di tipo tecnico li effettueremo». Nessuna iniziativa autonoma, in ogni caso: «Anche per non intralciare il lavoro della procura».
Nel frattempo sulla vicenda dei presunti rifiuti proibiti gettati sotto il Sant'Anna bis dall'azienda in odor di 'ndrangheta ieri è intervenuto anche il direttore generale dell'azienda ospedaliera.
Da una parte lo sconcerto, dall'altra l'impegno a garantire «assoluta sicurezza» e tranquillità anche «psicologica» al personale e ai pazienti che si troveranno nel nuovo ospedale. È quanto ha voluto esprimere Andrea Mentasti, sulla scia delle notizie degli ultimi giorni relative alla possibile presenza di sostanze tossiche nel terreno sottostante le fondamenta della struttura ospedaliera di San Fermo. Materiale scaricato, stando alla testimonianza di un ex dipendente, dai camion dell'azienda Perego di Cassago Brianza.
«Sono sconcertato da quanto emerso in questi giorni - scrive Mentasti in una nota - Stiamo seguendo con attenzione ogni minima evoluzione della vicenda, almeno per quanto apprendiamo dagli organi di informazione. Ho piena e totale fiducia - aggiunge - nel lavoro della magistratura. Comunicazioni ufficiali non ne abbiamo ancora, dunque è prematuro fare valutazioni di merito o previsioni».
Il numero uno dell'azienda ospedaliera di via Napoleona conferma comunque che, nelle prossime ore, incontrerà i responsabili della società che ha edificato la struttura ospedaliera (Progetto Nuovo Sant'Anna): «Ho chiesto di incontrare quanti si sono materialmente occupati di gestire la costruzione del nuovo ospedale. Li vedrò questa settimana stessa». Intanto, il via al trasloco, previsto tra due mesi, resta in bilico. E le stesse parole di Mentasti, implicitamente, lo confermano: «Il mio primo impegno - chiarisce infatti il manager - è quello di garantire assoluta sicurezza, ma anche tranquillità psicologica, al personale e ai pazienti che si troveranno nella nuova sede». Senza queste garanzie, insomma, il trasferimento è destinato a slittare. E gli stessi tempi tecnici necessari per effettuare controlli e i carotaggi che la procura sembra intenzionata a far fare mettono a rischio il rispetto del cronoprogramma (lo spostamento dalla sede di via Napoleona a quella di San Fermo è previsto per il 23-26 settembre).
Intanto, il caso emerso nel corso del blitz contro la 'ndrangheta approderà a breve in Amministrazione provinciale. I consiglieri di opposizione Chiara Braga, Cornelia Borsoi e Fabio Moltrasio, infatti, hanno chiesto la convocazione urgente della commissione «Nuovo ospedale Sant'Anna», con l'obiettivo di fare chiarezza «sulla situazione che si è venuta a creare», «anche in relazione all'imminente avvio dell'attività ospedaliera». I consiglieri definiscono «allarmanti» le notizie emerse negli ultimi giorni e ricordano peraltro che l'area del nuovo ospedale «è stata messa a disposizione proprio dall'Amministrazione provinciale».
Michele Sada

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