L'avvocato stanco di Como:
"Me ne vado su un'isola greca"

"Essere italiano oggi è la più grande delle fatiche". Non c'è rancore nelle parole dell'avvocato Marcello Campisani: la sua è una lucida analisi della situazione che lo ha spinto a prendere una decisione definitiva: "Il 20 di questo mese io e mia moglie ci trasferiremo a vivere a Paros"

COMO . «Essere italiano oggi è la più grande delle fatiche». Non c'è rancore, né rabbia, né rassegnazione nelle parole dell'avvocato Marcello Campisani: la sua è una lucida analisi della situazione, un quadro «desolante» che lo ha spinto a prendere una decisione definitiva: «Il 20 di questo mese io e mia moglie ci trasferiremo a vivere a Paros, una piccola isola greca nell'arcipelago delle Cicladi, non ancora devastata dal turismo selvaggio. Un luogo dove ci sono una tranquillità e un'ospitalità perduta dalle nostre parti. Quando ci siamo recati là per la prima volta, due anni fa, abbiamo parcheggiato il camper, dopo un po' ho visto una signora che si avvicinava e appoggiava qualcosa. Pensavo fosse il tipico bigliettino ‘all'italiana', qualcosa come ‘la prossima volta parcheggi altrove', invece era un piccolo cesto con frutta fresca e verdura, un segno di benvenuto». Una storia che merita di essere raccontata perché quello di Campisani non è l'esilio volontario di un cittadino qualsiasi. Penalista di chiara fama, si è anche impegnato in politica con il sogno di un grande progetto urbanistico rimasto solo sulla carta.
«Prima l'ho presentato agli edili perché non volevo passare per i politici - ricorda -. Era un piano molto articolato, studiato nei minimi dettagli consultando un pool di esperti di prim'ordine, avrebbe trasformato Como in un grande prato verde, interrando i parcheggi, con un doppio girone, perfino un sistema di vasche che avrebbe risolto il problema delle esondazioni». Ma venne giudicato antieconomico e così l'avvocato scese in campo con un movimento, La Mela, che si presentò alle elezioni comunali del 1998: «Ero candidato sindaco contro Alberto Botta e Emilio Terragni. La Lega correva da sola con Alberto Mascetti che mi disse che se fosse diventato primo cittadino avrebbe approvato il mio piano. Ma le cose andarono diversamente». Una doppia sconfitta, per certi versi, ma l'avvocato non si perse d'animo, anzi. Ma ora la situazione è differente, «è peggiorata sotto ogni punto di vista, stiamo arretrando in tutte le graduatorie, c'è un'illegalità spudorata, non si sa nemmeno più cosa sia la legge», dice. E Como? «La discesa è cominciata proprio dall'epoca di Botta: da allora è peggiorato tutto inesorabilmente e la mia prognosi per il futuro è tutt'altro che felice». E così «da giovane vecchio, ho deciso di lasciare per Paros e non nascondo che in Grecia, come altrove all'estero, quando si parla di Italia ci ridono dietro».

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