Barni, camosci e non mufloni
Ma non tutti sono d'accordo
Il fautore delle ordinanze contro la caccia con carabina Angelo Goglio respinge la responsabilità di essere, con i sindaci, colpevole dell'aumento dei capi negli ultimi anni nella «Sacca di Barni» e rinvia al mittente le accuse del dirigente Marco Testa, del servizio caccia dell'amministrazione provinciale
«Se si toglie il muflone non capisco perché si debba inserire il camoscio, animale per nulla adatto alle nostre zone, si tolga il muflone e basta - afferma Goglio, cacciatore e consigliere comunale a Lasnigo -. Di certo non è colpa delle ordinanze emesse dai sindaci se la presenza del muflone è aumentata. Il dirigente del servizio caccia poteva ridurre la popolazione già l'anno dopo, cosa che non ha fatto. Mi risulta poi che i piani d'abbattimento non siano rispettati, se non parzialmente, questo forse vuol dire proprio che la nostra zona, con la sua vegetazione, non è adatta per la caccia di selezione».
Goglio non ci sta alle accuse lanciate da Testa: «La Provincia non può scaricare le colpe su altri, deve intervenire prendendo provvedimenti straordinari. Il presidente del comitato caccia non può difendere sempre l'amministrazione provinciale anche quando è indifendibile, e i danni e gli incidenti con i mufloni sono sotto gli occhi di tutti e di certo sono molti più di quattro o cinque. Comunque hanno ammesso che è stato un errore inserire il muflone nell'area».
L'assessore alla caccia della Provincia di Como Mario Colombo rimarca le colpe delle ordinanze: «Resta evidente che si trattò di un'ingerenza politica nell'attività di gestione faunistica di competenza della provincia, che deve essere svolta con competenza e continuità sull'intero territorio senza dover sottostare a locali umori politici o a infondati timori».
Per Como si deve alle ordinanze l'eccessiva presenza di mufloni: «Quella stagione venatoria venne irrimediabilmente compromessa: i piani di abbattimento programmati per il muflone ed il cinghiale restarono infatti irrealizzati, cinque soli capi abbattuti nella “Sacca di Barni” sui 14 previsti, con una percentuale di realizzazione crollata al 36 % rispetto al 100 % dell'anno precedente. La situazione critica che si è venuta a creare in quei comuni è in buona parte conseguenza della scelta degli amministratori locali, che oggi ci chiedono di fermare la diffusione dei mufloni».
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