Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Sabato 23 Luglio 2011
"Il mio bimbo ha rischiato la vita
Quei bagnini lo hanno salvato"
Binago: colto da malore mentre faceva il bagno a Rosolina Mare, è rimasto a testa in acqua. Il racconto del papà: "Momenti tremendi che non dimenticherò mai"
«Dopo dieci minuti che eravamo immersi, Luca ha bevuto un po' d'acqua marina, vomitando leggermente. Gli ho chiesto se fosse tutto a posto e mi ha risposto di sì, come fanno i bambini. Poi si è diretto verso un gruppetto di bambini a circa otto metri da me e altrettanto ha fatto la sorella Francesca. Qualche istante dopo, ho notato che Luca era sdraiato a faccia in giù e, sulle prime, ho pensato che stesse guardando in acqua per vedere i pesci. Dopo pochi secondi sento mia figlia chiamarmi ad alta voce: "Papà, papà, Luca non si muove" Sono corso verso di lui, l'ho afferrato tirandogli fuori la testa dall'acqua e lì mi è crollato il mondo addosso, vedendo che non respirava e aveva gli occhi all'insù. Vicino a me c'era il papà di questi bambini, che mi ha aiutato a portare Luca fuori dall'acqua. Abbiamo chiesto aiuto, dopo una ventina di secondi è arrivato un bagnino e poi altri due; il primo gli ha praticato la compressione toracica con l'aiuto dei suoi colleghi. Non vedevo più nulla dal dolore ma, per fortuna, dopo qualche secondo ho sentito battere il suo cuoricino. Nel frattempo era arrivato il medico, con l'ambulanza l'hanno portato in ospedale».
Per i genitori era solo l'inizio di un calvario: «Io e mia moglie Eleonora, straziati dal dolore, siamo stati accompagnati all'ospedale distante circa venti chilometri. Una volta arrivati, abbiamo chiesto di nostro figlio Luca e ci hanno risposto che lo avevano trasportato con l'elicottero all'ospedale di Padova e lì abbiamo preso un'altra batosta. Non potevamo andare a Padova perché dovevamo aspettare il maresciallo dei carabinieri di Rosolina Mare per il rapporto e per i dati di Luca. Lasciata la caserma, siamo partiti subito per l'ospedale di Padova e, una volta arrivati, ci siamo recati nel reparto di terapia intensiva. Solo dopo una lunga attesa, quando ci hanno detto che l'esito della tac era negativo, abbiamo visto il primo spiraglio di luce. Luca è stato intubato per due giorni. Quando si è risvegliato, ha passato un paio di giorni a parlare a vuoto e ad avere allucinazioni; temevamo avesse subito danni cerebrali».
Un ricordo indelebile: «Quei momenti strazianti non li dimenticherò mai. Se oggi posso raccontare una storia a lieto fine è grazie alla prontezza di mia figlia, a Nicola Stoppa che gli ha praticato la compressione toracica assistito da due bagnini, Emanuele Terzoni e Gabriele Falconi, e a tutte le persone che ci hanno aiutato. È la seconda dura prova che abbiamo affrontato in due anni. Luca, circa due anni fa, è stato operato per un tumore benigno alla gamba sinistra. Ora sta bene».
Manuela Clerici
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