Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Martedì 26 Luglio 2011
Pro loco di Binago, per votare
i soci chiamano i carabinieri
Gli ex del sodalizio tentano il "blitz", sale la tensione. A far scoppiare la miccia - domenica sera - la decisione del presidente della Pro loco, Roberto Porta, di non ammettere al voto alcuni ex soci Pro loco, fra cui anche fondatori dell'associazione e due ex presidenti (Alfredo Poletti ed Enrico Bernardi).
A far scoppiare la miccia - domenica sera - la decisione del presidente della Pro loco, Roberto Porta, di non ammettere al voto alcuni ex soci Pro loco, fra cui anche fondatori dell'associazione e due ex presidenti (Alfredo Poletti ed Enrico Bernardi).
Decisione contestata come antidemocratica dagli esclusi al voto, tanto da richiedere l'intervento dei carabinieri. «Ci siamo presentati alla sede della Pro loco per poter partecipare anche noi alle elezioni, ma ci è stato impedito di entrare - spiega Alberto Pagani, ex sindaco e attuale consigliere di maggioranza - Nonostante le nostre insistenze, di fronte al divieto di partecipare al voto, abbiamo chiamato i carabinieri. A quel punto ci hanno permesso di votare.
Faremo ricorso all'Unione nazionale delle Pro loco d'Italia per questo grave atto di abuso, che fa seguito alla lettera che ci è stata recapitata ventiquattr'ore prima delle elezioni, in cui si comunicava che il direttivo aveva respinto la nostra adesione, con tanto di restituzione della quota associativa. Solo le nostre tessere non sono state accolte. Dopo alcuni anni in cui io e altre trenta persone, fra cui cinque soci fondatori e due ex presidenti, non rinnovavamo la tessera, a marzo ci siamo di nuovo iscritti. La nostra iniziativa di tesserarci e partecipare alla nomina del nuovo Consiglio è motivata dalla constatazione di una gestione non obiettiva della Pro loco, schierata con le minoranze e col Comitato "Ascoltate anche noi", come è apparso evidente anche l'altra sera: entrambi erano presenti al completo al voto. Nonostante le resistenze, siamo riusciti a esprimere tre componenti del nuovo direttivo (Paolo Beretta, Elda Zanchin, Rosangela De Marco) e Carla Cremona nel collegio dei revisori».
Porta: «I carabinieri sono intervenuti perché ormai erano partiti, ma nel frattempo la chiamata era stata revocata a seguito della nostra decisione di ammetterli al voto. Nonostante stessimo procedendo nel rispetto dello statuto, abbiamo deciso di farli votare per un principio di democrazia, richiamato anche da Catia Botta che ha esposto motivazioni a sostegno della richiesta di votare, su cui abbiamo concordato».
Il presidente respinge al mittente le accuse di parzialità: «L'adesione alla Pro loco, per statuto, deve essere accettata dal consiglio direttivo il quale, al termine del tesseramento (fine giugno), nella prima riunione utile di luglio ha deciso di non accettare diciannove iscrizioni. L'ha comunicato agli interessati senza motivazione, come prevede lo statuto. La Pro loco non è schierata a priori a favore delle minoranze e del Comitato, ma prende posizione nel merito delle singole questioni. Piuttosto è vero il contrario, stando alle esternazioni del vicesindaco che, nel caso di una mia riconferma alla presidenza, la Pro loco perderà sede e contributo comunale. Nonostante le polemiche, ho ottenuto 86 preferenze, rispetto alle 45 del secondo (Paolo Beretta); quest'anno le iscrizioni sono aumentate (200). Mi auguro che si cambi registro e s'instauri un clima di collaborazione vera».
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