Lenno, sul Lido sequestrato
dieci anni di lotta sui rumori

Il contenzioso con villa De Herra dura dal 2001

LENNO È forse la prima volta che, sul Lario, la Procura della Repubblica interviene, come nel caso del Lido di Lenno, con la posa dei sigilli a un locale pubblico per dare corso a un «sequestro preventivo per mancata esecuzione dolosa di quanto stabilito dal giudice».

Di sigilli, ne sono stati posti in diverse occasioni, ma quasi sempre a cantieri edili, per l'esecuzione di opere difformi rispetto alle concessioni rilasciate.
Accresce i toni del dibattito il fatto che il locale è un punto di riferimento per i giovani dei paesi rivieraschi, e dunque non solo per i turisti.

Dal 2001 è aperto un contenzioso tra la società di gestione del Lido, la D&D sas, rappresentata dal socio accomandatario Davide De Ascentis, fratello del noto calciatore Diego, e le famiglie del complesso immobiliare Villa De Herra, che si affaccia sul Golfo di Venere a pochi metri dal locale. Il commercialista Antonluca Assi, che risiede a Lenno e abita stabilmente in paese sostiene che «da più di dieci anni si chiede di poter dormire in pace, ma una soluzione pacifica non è stata trovata. Perfino l'avvicendamento di tre sindaci ai vertici del Comune non è valso a risolvere il problema dei rumori causati dalle musiche e dal vociare degli avventori».

Assi sostiene che gli accertamenti in merito ai rumori molesti sono stati effettuati nel corso delle due verifiche tecniche disposte dal Tribunale di Como, eseguite dagli ingegneri Baragiola e Nicoloso. Nonostante la pubblica amministrazione fosse stata sollecitata a intervenire, non è mai seguito un evento risolutivo e non è stata possibile una pacifica conciliazione tra le parti a fronte di tre relazioni dell'Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) che avrebbero accertato l'intollerabilità dei rumori: anziché trovare un accordo si è insistito nella lunga e onerosa procedura legale, che ha dato luogo nel 2005 a un provvedimento esecutivo in base al quale la società di gestione del Lido veniva diffidata a non diffondere musica nelle zone aperte, in particolare nell'area occupata dalla spiaggia.

La continuazione dei disturbi ha dato luogo all'avvio della nuova causa, fintantoché non si è pervenuti alla sentenza del Tribunale di Como, sezione distaccata di Menaggio, con la quale sono state stabilite delle regole. È seguita un'ordinanza del sindaco ed è stato proprio il mancato rispetto di quest'ultima, supportato da un verbale dei carabinieri, che ha determinato, ai primi di agosto, la sanzione di chiusura per tre giorni del locale.

Ora, a determinare il sequestro da parte della Procura della Repubblica, secondo il sindaco, Mario Pozzi, potrebbe aver contribuito il contenuto di un verbale redatto il 17 luglio scorso dai carabinieri del nucleo radiomobile di Menaggio.

Se ne potrà sapere di più in un prossimo futuro, in quanto la società D&D ha impugnato la sentenza del Tribunale e ha fatto ricorso in appello. Un'udienza è fissata per la settimana entrante. C'è da presumere che la decennale vicenda andrà a finire in Cassazione chissà tra quanti anni. Tutto per una stretta di mano non propiziata e, quindi, mai avvenuta.
                                                                                           Marco Luppi

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