Manichini impiccati ad Olgiate
per protesta contro il caso Sisme

Provocazione di Forza nuova, condanna da parte di sindaco e sindacati

OLGIATE COMASCO (m. cle.) - Manichini con la tuta da metalmeccanico «impiccati» agli alberi lungo via Roma, in stile Cattelan, per protestare contro i tagli alla Sisme. L'iniziativa è stata rivendicata dai militanti di Forza nuova che, l'altra notte, hanno appeso i due fantocci, con cartelli recanti le scritte «Il risparmio è solo un'illusione», «La delocalizzazione affama», «Di precariato si muore!» e «Ridateci il nostro futuro».

«Il motivo di questa iniziativa è dovuto al fatto che la Sisme ha in previsione di delocalizzare in Slovacchia altre linee produttive nel giro di due anni, con la perdita di trecento posti di lavoro» - spiega Riccardo Maceroni, portavoce locale del movimento di estrema destra - «Speriamo nel buon senso del sindaco, che faccia pressione affinché vengano almeno diminuiti i tagli e si prodighi, tramite sindacati e Camera di commercio, per un'azione di sostegno alla rioccupazione. Con quest'iniziativa dimostrativa, forte come il tema richiede, volevamo smuovere un po' le coscienze. Questa politica scellerata porta alla morte civile di una Nazione».

I manichini, a metà mattina, sono stati rimossi dai carabinieri e sottoposti ad accertamenti. Biasimo totale da parte del sindaco, Maria Rita Livio, e delle organizzazioni sindacali.

Prima il negozio di una parrucchiera cinese avvolto di nastro adesivo bianco e rosso dopo che una giovane aveva denunciato di aver riportato lesioni al cuoio capelluto dopo la messa in piega, in modo tanto verosimile da indurre la titolare ad esporsi, spiegando di aver usato prodotti italianissimi, poi le tre sacche di sangue fuori dalla sede di Cantù di Equitalia ed i busti di Mussolini nel municipio della città brianzola, ora i manichini impiccati: ormai i "pasionari" di Forza nuova hanno ottenuto ciò che volevano, e cioè lo sfondamento della diffidenza delle redazioni dei giornali. Niente male, per un manipolo di attivisti davvero esiguo: «Gli iscritti in provincia di Como saranno una ventina»  - dice Riccardo Maceroni - «ma gli attivisti veri si contano sulle dita di una mano».

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