È morto il principe d'Arabia
che soggiornava spesso a Torno

L'erede al trono della dinastia saudita soggiornava a villa Mia, di proprietà della casa reale

TORNO È morto ad ottantasette anni in un ospedale di New York, dove si trovava da qualche tempo per curare un tumore al colon diagnosticato alcuni anni fa, il principe Sultan Bin Abdul Aziz Al Saud, erede al trono dell'Arabia Saudita. Il principe, che era anche ministro della Difesa e primo vicepremier, ha lasciato brevi ricordi anche a Torno, dove i reali sauditi possiedono, da fine anni Settanta, la storica villa Mia, dove si vocifera che i rubinetti siano d'oro.

«Ho lavorato spesso per lui e, nelle rare occasioni in cui ho avuto il piacere di incontrarlo l'ho conosciuto come persona semplice e generosa, con un debole per la mia cucina: gli piacevano la polenta, i misoltini e le trofie al pesto; non gradiva invece l'aglio» - dice lo chef Davide Lacchini - «Un aneddoto? Tempo fa sono stato a Bodrum, in Turchia, a cucinare per i figli del principe. Quando era a Torno con il suo numeroso seguito, si ritirava nelle sue stanze e non lo vedevamo; quando invece partiva si attardava a salutare tutti».

«Non l'ho mai visto» - dice invece l'ex esercente Arduina Morganti Molinari - «ma, quando stava per giungere in paese, lo capivamo immediatamente osservando l'improvviso fervore intorno alla villa. si rintanava nel suo "rifugio" e gli unici segnali della presenza regale in paese erano dati dalla presenza della sua polizia privata».

Giuliano Mazzoleni, sindaco dal 1993 al 2001, ricorda un aneddoto storico. «Quando lo Stato dell'Arabia Saudita acquistò villa Mia, in paese subito ci fu grande fervore e, per molti anni, personaggi di primo piano della politica italiana giunsero a Torno per discutere con il principe in una sede ufficiale, ma più tranquilla dei palazzi romani. Ricordo quando il ministro della Difesa italiano, che allora era Beniamino Andreatta, giunse in paese per discutere nella quiete di villa Mia con Bin Abdul Aziz, suo omologo arabo».

«In paese lo vidi una sola volta, a bordo della sua automobile in procinto di entrare in villa» - dice Leonardo Messina, che nella sua carriera di barbiere ebbe l'occasione di fare la barba, tra gli altri, ad un certo Giulio Andreotti - «Mi raccontarono poi di quando chiamò, non so se lui personalmente o qualcuno del suo seguito, un negozio locale per farsi portare alcuni generi alimentari».

«In realtà non l'ho mai visto, anche perché quando arrivava lo faceva a sorpresa e ce ne si accorgeva solo per il fervore che iniziava a regnare alcuni giorni prima attorno alla villa» - afferma l'ex consigliere comunale Mariangela Bertolini Cassani - «Ultimamente, invece, a Torno giunge spesso suo nipote».

Il sindaco, Giovanni Sala, infine. «Non sapevo della notizia e, in verità, mai ho avuto occasione di incontrare il principe. Quando vi erano questioni da trattare con il Comune, infatti, delegava gli uomini del suo seguito».
                                                                                    Gianluigi Valsecchi

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