Valsolda: addio alle barche della Finanza
«Il contrabbando via lago non c'è più»

La stazione navale era stata ristrutturata da poco, con una spesa di 300mila euro

VALSOLDA (g. riv.) - Cambiano i tempi e anche le dogane si adeguano. Ad Oria è stato chiuso il presidio della Guardia di finanza di lago e la domenica non c'è più alcun controllo nemmeno a terra. I vertici delle Fiamme gialle  hanno deciso di rinunciare alla stazione di Oria, dove lo stabile, di proprietà, era stato ristrutturato non molto tempo fa con una spesa di 300 mila euro.
 
Sul lago di Lugano è attiva, a Porto Ceresio, in provincia di Varese, un'altra sede navale della Guardia di finanza.

Di mezzo c'è la Svizzera: in base ad una convenzione, le unità di polizia italiane possono transitare da una parte all'altra solo in orario diurno e con preavviso. Questo spiega la necessità del doppio presidio.

Le acque di Porto Ceresio non appartengono però allo spazio doganale dell'Unione europea e non possono pertanto essere fatti controlli in acqua; ad Oria, al contrario, la linea doganale coincide con il confine politico e c'è una struttura d'approdo per il fermo delle barche in transito. In un contesto di razionalizzazione, insomma, sembrava più opportuno sacrificare il presidio di Porto Ceresio rispetto a quello di Oria.

Adesso basterebbe affittare una barchetta a Porlezza per compiere traffici illeciti di qualsiasi natura, in particolare di valuta, raggiungendo Lugano via lago in dieci minuti.

Per non lasciare il confine lacustre di Oria del tutto incustodito, a dire il vero, vengono inviati in missione agenti da Porto Ceresio per turni giornalieri, ma ormai mancano le imbarcazioni.

Ma c'è ancora ragione di temere il commercio illegale via lago? «Per far quadrare i bilanci anche le forze dell'ordine sono costrette a ridurre i presìdi e gli organici a disposizione. Nel caso specifico di Oria, peraltro, occorre riconoscere che il contrabbando di un tempo non esiste più. Oggi, con il franco solido, sono gli svizzeri che vengono da noi a fare la spesa. In Italia, al limite, si potrebbe importare  carburante» - interviene il sindaco di Valsolda, Giuseppe Farina - «Non abbiamo più un presidio fisso della guarda di finanza a lago sul fronte italiano, ma gli svizzeri continuano a fare controllo e anche il consorzio del Ceresio, Piano e Ghirla perlustra regolarmente le acqua con due imbarcazioni».

«Per evitare controlli doganali, comunque, adesso basterebbe transitare via terra di domenica» - conclude Farina - «Il traffico di valuta è sempre esistito, perché i soldi si nascondono facilmente, e non credo che subirà un'impennata in seguito alla chiusura della stazione di lago della Guardia di finanza o per i mancati controlli domenicali via terra».

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