Il prevosto di Olgiate Comasco:
«Pronti ad aiutare la Sisme»

Don Marco: «Seguiamo con attenzione la vertenza, la nostra mediazione, se richiesta, ci sarà»

OLGIATE COMASCO Parrocchia pronta a dare una mano ai lavoratori della Sisme. Preoccupano gli annunciati trecento esuberi su 573 occupati: duecento strutturali nel 2012 e altri cento nel 2013 per l'intenzione dell'azienda di delocalizzazione in Slovacchia altre linee produttive.

«Seguiamo con attenzione la vertenza Sisme, soprattutto perché sono coinvolte tante famiglie. Una soluzione sbagliata penalizzerebbe tanta nostra gente» - dichiara il prevosto, don Marco Folladori - «Non so quali saranno le scelte industriali, di certo noi chiediamo sempre che al primo posto ci siano il lavoro, le persone e le loro esigenze, che non siano sacrificati a interessi di altro genere. Con la situazione economica attuale e con i mercati impostati secondo un liberismo più o meno selvaggio, è chiaro che i costi hanno il loro peso, ma dentro questo quadro è fondamentale la difesa della persona e dei suoi diritti. Speriamo sempre che le trattative riescano, come già avvenuto l'anno scorso, a salvaguardare il lavoro, la dignità dei lavoratori e le loro giuste esigenze».

L'anno scorso il ricorso ai contratti di solidarietà (che scadranno a gennaio) consentì di tutelare occupazione e salario; il loro rinnovo per altri due anni - come chiedono i sindacati - è al centro di un duro scontro. Il percorso verso un accordo che eviti altri tagli è tutto in salita, dopo che, giovedì, è saltata la trattativa tra azienda e sindacato.

La parrocchia sta seguendo la vertenza senza interferire, pur non escludendo un eventuale intervento qualora fosse richiesto: «Come parrocchia diamo la solidarietà a chi è più debole in questa situazione, però non abbiamo titoli per intervenire direttamente» - aggiunge don Folladori - «Non abbiamo preso contatto né con l'azienda, né con il sindacato. Se qualcuna delle parti dovesse chiederlo o se ci fosse bisogno di una mediazione, daremmo il nostro contributo, però credo che non siamo l'istituzione preposta a svolgere questo ruolo».

L'eco della crisi aziendale della Sisme è percepibile tra i parrocchiani, non pochi dei quali hanno familiari che vi lavorano (circa il venti per cento dei dipendenti Sisme è residente a Olgiate): «La preoccupazione si sente perché un drastico ridimensionamento dell'insediamento produttivo di Olgiate si ripercuoterebbe sul tessuto della nostra città» - conclude don Marco - «Spero che la Caritas (sono in crescita le persone che vi si rivolgono perché senza lavoro o in cassa integrazione) non debba intervenire anche su conseguenze di scelte dissennate rispetto alla vicenda Sisme».
                                                                                           Manuela Clerici

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