Alto Lario, segretari a processo
Sentenze a Como e Roma

Condannata Lucia Franco, pena ridotta a Gennaro Borrelli

Tempi di procedimenti giudiziari per i segretari comunali in Alto Lario.  Lucia Franco, negli anni scorsi a Pianello del Lario, è stata condannata ad otto mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione della pena, per il reato di falso ideologico.

I fatti a lei contestati risalgono al novembre 2005, quando venne redatto l'atto di donazione al Comune di un terreno nei pressi del cimitero: i donanti - Franca Bellati, Angioletta Calvi, Martina Cola, Armida Bruni, Pietro Bruni e Renzo Bellati - risultano tutti presenti in municipio il giorno 8, ma in realtà vennero convocati singolarmente in tempi successivi ad apporre la firma all'atto, senza che fosse nemmeno presente la segretaria. Due hanno riferito di aver addirittura sottoscritto a casa propria il documento, portato loro dal sindaco allora in carica, Roberto Bellati. Sull'atto, oltretutto, manca la fondamentale firma del tecnico comunale, Giordano Castelli, di cui la segretaria attestava la presenza.

«Ai fini della sussistenza del reato di falso ideologico in atto pubblico, poco conta che non sia stato prodotto alcun danno» - si legge nelle motivazioni della sentenza - «È sufficiente, infatti, che la falsificazione sia avvenuta consapevolmente e volontariamente».

La Corte di cassazione ha intanto fatto lo sconto a Gennaro Borrelli, almeno per ora. I giudici della Suprema corte di Roma, chiamati ieri a giudicare il fascicolo a carico dell'ex segretario comunale di Dongo, condannato sia a Como che a Milano a due anni di carcere per concussione e tentata violenza privata, hanno annullato con rinvio l'accusa relativa alla presunta concussione, mentre hanno confermato in via definitiva quella di tentata violenza privata.

Gennaro Borrelli finì al centro di un'inchiesta della Procura di Como - pubblico ministero Mariano Fadda - per una serie di fatti denunciati a cavallo tra il 2007 e il 2008. Al centro del processo, in particolare, due episodi: uno, relativo all'accusa di concussione, riguarda il trattamento riservato al ragioniere comunale Giovanni Libera, che secondo l'accusa Borrelli minacciò di sanzioni in quanto il funzionario aveva espresso riserve su alcune pretese economiche avanzate dal segretario, pretese che non gli sembravano dovute, l'altro coinvolge suo malgrado Daniele Casarini, revisore dei conti del Comune, il quale subì un indebito pressing, per costringerlo alle dimissioni, da parte di Borrelli e dell'ex sindaco Virginio Lillia.

Borrelli, dopo la chiusura dell'inchiesta a suo carico, aveva patteggiato otto mesi per le irregolarità commesse per consentire l'assunzione in Comune dell'amica (definita agli atti «sua commensale abituale») Svetlana Babkina, "arruolata" prima a Dosso del Liro e successivamente a Dongo.

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