Bene Lario, ex cantieri Colombo
In venti ancora senza lavoro

Solo dieci ex dipendenti hanno trovato un'occupazione fissa - Il sindaco: «Accesso all'area migliorato per attirare compratori»

BENE LARIO Nell'agosto 2010, dopo tanto clamore, discussioni e polemiche, il cantiere nautico Colombo aveva abbassato le saracinesche. Ora venti ex dipendenti sono senza lavoro.

La società titolare, i cantieri Sarnico di Capriolo (Brescia), aveva annunciato di voler trasferire l'intera l'attività nel Bresciano, anche se i vertici dell'azienda hanno ribadito a più riprese la volontà di trovare comunque un'alternativa per la sede comasca. Nei mesi precedenti al riferimento era stata intavolata una trattativa con un imprenditore della provincia di Sondrio, interessato a rilevare il capannone di Bene Lario per portare avanti l'attività nautica. Non se n'è fatto nulla per una mera questione di costi dell'immobile. Troppo elevata, per l'imprenditore valtellinese, la cifra richiesta dalla società Sarnico, troppo modesta la somma offerta dal potenziale acquirente per la proprietà, decisa a trasferirsi. Ci hanno rimesso i trenta dipendenti.

In paese venne persino organizzato in incontro istituzionale al quale intervennero i consiglieri regionali comaschi, ma al di là della buona volontà, il risultato non è mutato di una virgola. Dei trenta ex dipendenti del cantiere Colombo, solo un terzo è riuscito a trovare una nuova occupazione: chi in altri cantieri nautici, chi in Svizzera, qualcuno in piccole aziende artigianali. La maggior parte ha dovuto accontentarsi, finora, di lavoretti saltuari o di nulla.
 
«Sapevamo che non era facile trovare un rimedio - commenta il sindaco, Mario Fumagalli - «Se un imprenditore decide di trasferire l'attività, nessuno può opporsi. Ci siamo dati da fare per tutelare innanzitutto i lavoratori, parecchi dei quali sono proprio di Bene Lario, poi la presenza di un marchio prestigioso che ha fatto conoscere il Lario in tutto il mondo, e anche di un'attività che per Bene Lario rappresentava una risorsa. Non c'è stato, purtroppo, nulla da fare».

«Abbiamo sperato che andasse in porto la trattativa fra la proprietà che ha lasciato e un imprenditore interessato; qualcun altro è venuto a vedere il capannone, ma a distanza di quasi un anno e mezzo, purtroppo, non c'è alcuna prospettiva immediata di un suo riutilizzo» - conclude Fumagalli - «In previsione del rifacimento dello sbocco della strada comunale sulla strada statale Regina, al confine con Carlazzo, abbiamo inserito anche lavori che riguardano l'accesso al capannone dell'ex cantiere, con l'obiettivo di rendere più appetibile l'eventuale interessamento di qualche imprenditore».
                                                                                                G. Riv.

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