Un altro anno di stipendio
alle ex Ferriere di Dongo

Slittano i licenziamenti, ma le prospettive della produzione restano fosche

DONGO Il destino del licenziamento, che per 130 lavoratori di Afl, la società che ha rilevato le ex Ferriere, sembrava ormai ineluttabile, è stato posticipato da un nuovo ed insperato supplemento di cassa integrazione in deroga: altri sei mesi, più altri sei se l'azienda riuscirà a ridurre del 15 per cento l'organico di personale.

«Grazie a un accordo quadro raggiunto fra Regione e organizzazioni sindacali in attesa di una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, per il prossimo anno sarà ancora possibile l'utilizzo della cassa integrazione in deroga per Afl» - riferisce Giuseppe Donghi, segretario provinciale della Fiom-Cgil - «Anche i lavoratori di quelle aziende che stanno per cessare l'attività possono accedere alle misure previste nell'accordo».

Donghi, che nella scorse settimane non aveva nascosto scetticismo sulle prospettive della ferriera, conferma la propria idea: «Questa ulteriore deroga della cassa integrazione non ha nulla a che vedere con le prospettive della fabbrica, che a mio avviso sono tutt'altro che rosee. Si tratta di una misura che consente ai lavoratori di rimanere ancorati alla fabbrica, nella speranza che almeno qualcuno di loro possa avere ancora un futuro lì».

«L'accordo per la mobilità era stato stilato prima della revisione della legge sulle pensioni» - aggiunge Donghi - «Entro sei mesi c'è dunque la possibilità che un 15 % di lavoratori possa andare in pensione sulla base del vecchio sistema, facendo sì che per gli altri la cassa integrazione possa estendersi fino alla fine del 2012».

Il presupposto per questa ulteriore ed insperata coda di cassa integrazione è la riqualificazione dei lavoratori attraverso opportuni corsi: nelle prossime settimane la Regione e le organizzazioni sindacali troveranno un accordo sul percorso legato alle attività di formazione obbligatorie.

Se 130 lavoratori tirano un piccolo respiro di sollievo, l'ex sindacalista locale Claudio Poncia non condivide e critica anche il suo sindacato, la Cgil: «Ci sono operai di Afl in cassa integrazione da ben sei anni. Per la ferriera sono stati spesi 250 milioni di euro di denaro pubblico, cifra rilevata all'Inps e mai smentita da alcuno, senza che l'attività produttiva abbia tratto il minimo giovamento - sottolinea - «Se ci sono ancora soldi da spendere, perché non investirli in una riconversione seria dello stabilimento e dare un futuro ai lavoratori?».

«Il dramma è che in Isotta Fraschini, la società dell'alluminio che ha imboccato lo stesso inesorabile percorso di Afl, lavorano soprattutto i giovani, che non hanno alcuna possibilità di pensionamento» - conclude Poncia - «Che prospettive avranno loro, che sono ancora in duecento, una volta esauriti gli ammortizzatori sociali?».
                                                                                         Gianpiero Riva

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