In tanti a Gravedona ed Uniti
per l'addio a Flavio Muschialli

I funerali dell'alpinista, la vedova: «I suoi "amici del bosco" non si sentano in colpa»

GRAVEDONA ED UNITI Un'infinità di gente si è stretta nella chiesa parrocchiale di San Vincenzo, la vigilia di Natale, per dare l'estremo saluto a Flavio Muschialli, l'alpinista di 37 anni rimasto vittima di un tragico incidente in quota mercoledì scorso.

Spiccavano le numerose divise dei volontari del Soccorso alpino di tutte delegazioni del lago, ma c'erano anche il Lariosoccorso di Dongo, di cui ha fatto parte il padre della vittima, i Vigili del fuoco, gli Alpini e tutti coloro che amano la montagna, compresi i ragazzi dell'alpinismo giovanile della sezione donghese del Club alpino Italiano. In tantissimi, insomma, hanno voluto testimoniare affetto e cordoglio ai famigliari dello sfortunato capostazione del Soccorso alpino di Dongo.
 
La montagna ha reso omaggio ad un suo fedele interprete e anche la vedova, in un suo toccante messaggio letto sul sagrato da un'amica di famiglia, ha riconosciuto la grande passione del marito defunto: «Una passione che io non ho mai condiviso, ma che ho sempre rispettato perché davvero autentica. A quelli che in casa chiamavamo affettuosamente gli "amici del bosco" voglio dire di non sentirsi assolutamente in colpa: hanno condiviso con Flavio una passione vera e hanno fatto tutto il possibile, mercoledì scorso, per cercare di salvargli la vita».

Gli "amici del bosco", giunti in corteo a bordo dei mezzi usati per gli interventi di soccorso, erano tutti schierati attorno al feretro dell'amico. Ed in chiesa, nonostante la moltitudine di persone, è regnato un silenzio quasi irreale: «È l'omaggio a Flavio. Lui amava il silenzio delle montagne ed è così che lo vogliamo ricordare» - ha commentato nella sua omelia il parroco, don Claudio Scaramellini - «Nell'ultima sua ascesa ha voluto spingersi ancora più in alto, fino alla somma vetta del Paradiso».

Il sacerdote ha quindi cercato parole di conforto per i familiari: «Possiamo dare tutte le risposte possibili al martellante "perché?" che ci risuona nella mente, ma nessuna potrà mai colmare il vuoto lasciato dalla scomparsa del nostro amico. L'unico raggio di luce dinanzi al mistero della sofferenza e della morte, ce lo può donare la fede: quel Bambino che questa notte aprirà le braccia, accoglierà sicuramente nel suo amore anche Flavio, che tanto amore ha saputo dispensare nella sua esistenza terrena».

Don Claudio ha fatto riferimento anche all'ultima escursione in quota a conclusione del Grest (Gruppo estivo), quando Flavio Muschialli aveva fatto da preziosa guida parlando ai bambini della bellezza e dei segreti della montagna. Poi, gli affettuosi messaggi sul sagrato e la partenza del feretro, a bordo  di un furgone del Soccorso alpino, alla volta di Como per la cremazione: l'ultimo viaggio di Flavio in compagnia degli amici, con le sue montagne sullo sfondo.

Mercoledì della settimana scorsa Muschialli era uscito per un'ascesa in solitaria nella valle di Dosso del Liro. Al calare del buio la preoccupazione dei familiari era diventata ansia non vedendolo rientrare e, subito dopo l'allarme, la squadra del Soccorso alpino che lui coordinava era partita alla sua ricerca.

L'uomo era stato individuato, quando era già buio, in fondo ad un canalone sotto la ferrata nota agli arrampicatori del Cai Dongo. L'incidente era stato pauroso, una caduta di oltre cento metri fra speroni rocciosi e ghiaccio.
                                                                                           Gianpiero Riva

© RIPRODUZIONE RISERVATA