Camosci da abbattere nel Comasco
Gli ambientalisti svizzeri si mobilitano

«Caccia inutile mascherata da prevenzione» e si rischia l'incidente diplomatico

C'è la preoccupazione da parte delle associazioni animaliste svizzere, in particolare degli "Amici del camoscio del Monte Generoso", rappresentati da Tita Carloni, che il Piano faunistico della Provincia di Como abbia a causare l'abbattimento di qualche capo cresciuto nei boschi ticinesi e temporaneamente sconfinato sul versante italiano del monte Bisbino o di Orimento.

Gli strenui difensori dei camosci non si danno pace. Contestano la cosiddetta caccia sanitaria, sostengono che i camosci del Generoso godono di buona salute e, a giustificazione della loro tesi, portano una dichiarazione del medico veterinario Marco Zanetti, operante a Cureglia, in Ticino, consulente scientifico della loro associazione.

Mario Colombo, docente universitario di entomologia specializzato in sistemi di lotta biologica ed assessore alla caccia della Provincia di Como, replica sostenendo che quello sollevato «è un non problema in quanto in tutto il territorio lario - intelvese verranno abbattuti al massimo dieci capi palesemente affetti da malattie, individuati da persone esperte e sicuramente preparate quali i guardacaccia dell'ent,e e non da improvvisati cacciatori».

«Nessuno è intenzionato a macellare i camosci del Monte Generoso: il proposito è proprio rivolto a salvaguardare la specie, eliminando solo gli animali che presentano sintomi bene evidenti di malattieDel resto il numero è limitatissimo» - dice Colombo - «L'assessorato provinci. ale alla caccia è sempre stato disponibile a illustrare i contenuti del Piano ai rappresentanti degli enti pubblici e, nel caso, anche alle associazioni d'oltreconfine. Basta che si rivolgano ai nostri uffici o a me personalmente».

Il veterinario Zanetti, a sua volta, sostiene che «sul versante svizzero non sono mai state accertate malattie» e pone in dubbio l'esistenza di situazioni precarie dal lato italiano, dato che gli animali in circolazione sono gli stessi.
«Non sembra quindi fondato il far passare per profilassi una caccia inutile» dichiara, ed auspica al riguardo uno studio scientifico transfrontaliero.

Per dieci camosci, presumibilmente malati, si rischia l'incidente diplomatico tra Italia e Svizzera? L'interrogativo permane.
                                                                                             Marco Luppi

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